Notiziario n. 24 del 2 marzo 2015 –
come dipendenti civili, viviamo da tempo una condizione di disagio, che rappresenta la difficilissima eredità di un lungo e interminabile processo di ristrutturazione avviato a metà degli anni novanta dal Ministro Andreatta e dal prof. Zaragoza con il consenso di CGIL-CISL-UIL, e i cui guasti sono tuttora sotto i nostri occhi: in “area industriale”, una situazione di estrema sofferenza produttiva di quasi tutti gli Enti (Arsenali, Poli, Enti AID) e, in alcuni casi, di caduta verticale delle lavorazioni; in “area operativa” e “centrale”, centinaia gli Enti soppressi e/o riorganizzati in chiave riduttiva con migliaia di lavoratori reimpiegati; infine, corpose riduzioni nelle attività di lavoro di molti Enti, anche in relazione alle massicce esternalizzazioni che hanno costituito una delle scelte portanti del modello di ristrutturazione adottato, e che ora si comincia finalmente a mettere in discussione.
Un complesso di problemi gravi ed irrisolti, dunque, ai quali si sono aggiunte le tristi eredità delle scelte politiche di questi ultimi anni: in primo luogo, il tiro al bersaglio a cui siamo stati sottoposti come lavoratori pubblici (blocco dei contratti; pesante contrazione dei fondi di produttività; blocco delle retribuzioni fino a tutto il 2014; penalizzazioni nei trattamenti di fine rapporto e previdenziali; una miriade di norme penalizzanti; tagli di migliaia di posizioni nelle dotazioni organiche, e l’elenco potrebbe continuare a lungo…); in secondo luogo, gli effetti di una riorganizzazione della Difesa molto pesante, dovuta agli squilibri finanziari generati da una gestione delle risorse non all’altezza e tutta orientata a mantenere privilegi di casta e a far crescere la spesa per il personale militare, che ha reso necessari una sfilza di tagli nell’assetto delle FF.AA. che avranno ricadute pesanti sulla vita dei lavoratori; infine, gli effetti negativi delle c.d. “riforme” della P.A., prima di quella targata Brunetta e da giugno anche del primo pezzo di quella ideata dalla Ministra Madia, che hanno ridotto ai minimi termini le relazioni sindacali e posto in capo al Dirigente un potere smisurato e in alcuni casi mal gestito. Che ora, nel 2015, si accompagnerà alla reintroduzione del “sistema premiale” voluto dall’ex Ministro Brunetta, già introdotto nel M.D. una prima volta nel 2011 e poi sospeso nell’anno successivo anche per il ricorso al TAR Lazio promosso da FLP DIFESA, unica O.S. a farlo, e che ora l’A.D. intende riproporre. A tal riguardo, nella nota inviata al Sottosegretario on. D. Rossi in data 31.01.2015, FLP DIFESA ha già espresso motivatamente – unica O.S. a farlo sinora – il proprio giudizio negativo e ha dichiarato l’intendimento di riportare in Tribunale l’A.D. in caso di introduzione del sistema di valutazione reso noto alle OO.SS. .
Rispetto a questo stato di cose, va detto che un contributo importante lo hanno certamente fornito CGIL, CISL e UIL Nazionali della Difesa che, invece di mettersi alla testa del movimento sindacale e di diventare protagonisti di una forte e unitaria azione sindacale di contrasto, hanno preferito rifugiarsi in questi anni sui tavoli separati. Una scelta suicida, che indebolisce l’azione sindacale complessiva e la polverizza in più rivoli, e fa comprendere come, per CGIL-CISL-UIL, la controparte non sia più l’Amministrazione ma le altre sigle sindacali, in primo luogo FLP DIFESA, che rappresenta di gran lunga l’ O.S. autonoma più rappresentativa nel M.D. e che occorre isolare anche per quel suo pericolosissimo vizietto di informare i lavoratori su tutto quello che succede.
Di fronte a questo quadro di situazione e ai prevedibili e preoccupanti scenari futuri, occorre invertire decisamente la rotta e imboccare strade diverse, traguardo per il quale non sarà certo indifferente il risultato che uscirà dalle urne il prossimo 6 marzo.
Un risultato elettorale che dovesse premiare ancora una volta CGIL-CISL-UIL produrrebbe una sicura continuità di scelte anche per gli anni a venire, per come peraltro è accaduto in questi anni, al di là dei Ministri di diverso colore politico che si sono succeduti in via XX Settembre. Viceversa, un risultato elettorale che dovesse premiare la lista FLP verrebbe letto come un atto di sfiducia palese e di forte presa di distanza nei confronti delle scelte di tutti questi anni, e costituirebbe pertanto il miglior viatico per cambiare strada e per raggiungere gli obiettivi che i lavoratori civili della Difesa sollecitano invano da tanti, troppi anni.
Cara collega e caro collega, ti chiediamo pertanto di andare a votare, e di votare la lista FLP per dare forza e gambe alle richieste che facciamo da tempo: un deciso cambiamento di rotta verso un diverso modello di ristrutturazione che rivitalizzi l’esistente, riduca al minimo le esternalizzazioni, recuperi occasioni di lavoro e investa nella valorizzazione delle professionalità civili, rendendo finalmente operante la previsione di cui all’art. 1 del Decreto Legislativo n. 7/2014 in materia di impiego civile; che affronti e risolva i problemi che ci trasciniamo da tempo e le inaccettabili disparità di trattamento rispetto al personale militare; che garantisca impegni chiari e risorse adeguate per una riorganizzazione efficace del M.D, per il necessario turnover del personale, per una formazione all’altezza, per la messa in sicurezza delle infrastrutture e per la prevenzione dei rischi sul lavoro.
Cara/o collega, siamo certi che questa volta il tuo voto sarà decisivo per aprire una fase nuova e diversa, per dare più forza, un ruolo decisamente maggiore, e prospettive più positive al personale civile della Difesa, che è stato ingiustamente penalizzato nel corso di tutti questi anni e che deve ritrovare motivazioni giuste e prospettive adeguate.
Un voto alla lista FLP è un voto che serve a garantire questa nuova e diversa direzione di marcia; un voto alla lista FLP è un voto che pesa davvero, per cambiare questo insopportabile stato di cose che ci trasciniamo oramai da tanti anni!
Cordialissimi saluti a tutti e….. buon voto !!!!
(Giancarlo Pittelli)