Notiziario n. 63 del 18 giugno 2015 –
A memoria nostra, una riunione così insignificante e inconcludente come quella ultima del 26 maggio u.s. con il Sottosegretario on. D. Rossi, non si era mai vista. Eppure di questioni da discutere e di risposte da dare ce n’erano moltissime.
Dalla questione “Regolamento” (Art. 1 D. Lgs. n. 7/2014: criteri per l’attribuzione di funzioni e compiti al personale civile dirigente e non, la madre di tutte le questioni, che sinora sembrava interessasse solo FLP DIFESA) alla questione “tabella di equiparazione” tra gradi militari e posizioni civili d’inquadramento, che da novembre 2013 giace nei cassetti della FP con una AD incapace da un anno e mezzo a farsi dare l’attesa risposta positiva; dalla questione legata alla valutazione della performance individuale alla paralisi attuale sul FUA 2015 (non è mai successo che a metà giugno non sia ancora avviata la trattativa nazionale, a fronte di una esigenza quest’anno di fare prestissimo per riavviare i passaggi economici), che pone in grandissima difficolta i tavoli locali per l’avvio dei progetti senza più il sistema di valutazione per la distribuzione del FUS azzerato dalla FP; dalla questione legata ai permessi di servizio, incredibilmente azzerati dalla nota a firma dr.ssa Preti, che continua a creare enormi problemi ai tavoli locali con evidenti costi in più per l’AD, alla mancata riorganizzazione post DL 95/2012 delle strutture centrali dell’AD (SGD; DD.GG. e UU.TT.). E l’elenco potrebbe ancora continuare… pensiamo solo all’ultima puntata, l’uscita del Libro Bianco con il solito frasario trito e ritrito e nessuna scelta concreta su specificità e valorizzazione dei civili.
Dunque, un oceano di mancati impegni e un deserto di risposte: questo il bigliettino da visita di Ministra e Sottosegretario a 14 mesi dal loro insediamento. Colpisce soprattutto la “mutazione” della Ministra Pinotti: da militante/dirigente politica di sinistra, sensibile e attenta alle ragioni dei lavoratori, che poi da Sottosegretario ha ben colloquiato con il Sindacato (si pensi solo alle positive risultanze del luglio 2013 sui decreti attuativi della delega) alla recente, decisa virata al credo renziano, che ha marginalizzato il Sindacato (da mesi le OO.SS. Le chiedono invano un incontro), fatto riforme via mail e infine operato un incredibile giro di valzer sulla stessa civilizzazione, dopo gli impegni assunti anche in Parlamento.
E’ questa, in estrema sintesi, la storia di questi quattordici mesi: il buio assoluto e il continuo rinvio dei problemi. Dobbiamo però anche riconoscere gli errori del Sindacato: se, di fronte a questo quadro desolante, le OO.SS. avessero avviato una vertenza unitaria sulla base di una piattaforma condivisa invece che dar oggettivamente una mano alla controparte con la scelta suicida dei tavoli separati, oggi forse non saremmo a questo punto.
Ma oggi le cose stanno cambiando: il quadro fortemente rassicurante emerso dopo la tornata elettorale europea 2014 è entrato da qualche mese in grande crisi, e il recente voto amministrativo lo dimostra: il modello renziano è entrato in sofferenza, forse definitivamente, ed ora cominciano davvero i dolori, come le ultime vicende, in particolare quella legata alla c.d riforma della scuola, sembrano dimostrare. E, allora, occorre finalmente cogliere l’occasione, anche all’interno della nostra Amministrazione.
Il quadro è in evoluzione: c’è – ci sembra – una consapevolezza nuova tra le OO.SS. (lo dimostrano la quasi totale convergenza dei giudizi sull’ultima deludente riunione con il Sottosegretario), anche se manca sinora lo spunto decisivo finale, quello della costruzione di una piattaforma unitaria di pochi ma qualificati punti, che poi fanno riferimento alla mancate risposte di questi mesi del Vertice politico, e l’avvio di una vertenza vera; e ci sono anche iniziative movimentiste, dai posti di lavoro, come quella, interessante e positiva, che domani è organizzata a Roma con l’assemblea delle RSU di area SGD.
L’obiettivo ineludibile dei prossimi giorni dovrà essere dunque quello della costruzione di una piattaforma unitaria e di una forte vertenza, che chiami l’AD a dare le risposte concrete che attendiamo e che non possono esaurirsi nei soliti impegni fumosi, e su di esse costruire poi un vasto fronte unitario di lotta. Il tempo sta scadendo.
(Giancarlo Pittelli)