Notiziario n. 44 del 30 aprile 2018 –
Domani, 1° Maggio, è anche la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, civili e militari, della Difesa.
Un festa che, a distanza di più di ben oltre un secolo dal momento storico che l’ha generata (il grande movimento di lotta alla fine degli anni 800 del XIX secolo, che ha mobilitato milioni di lavoratori per la conquista delle otto ore lavorative, in Europa e in America, là poi tragicamente sfociata il 4 maggio 1886 nei martiri di Chicago), mantiene intatta tutta la sua straordinaria forza evocativa e serve a ricordare a tutti noi la centralità del lavoro nella vita di una democrazia. Una centralità che deve essere oggi orientata ad ottenere più sviluppo e più progresso sociale, ed è proprio da qui che nasce il dovere di continuare a lottare per estendere i diritti dei lavoratori, un impegno che è oggi di tutto il Sindacato.
La ricorrenza del 1° Maggio cade quest’anno in un momento difficile della vita del nostro Paese, ancora immerso in una crisi economica pesantissima dalla quale facciamo tanta fatica ad uscire, e che, in questi giorni, si intreccia con una fase complicata della vita politica, conseguenza del voto del 4 marzo u.s., in cui pare davvero lontana l’ipotesi di dare un governo stabile e duraturo al Paese.
E, dentro questa crisi complessiva, registriamo quella non meno acuta che vive la nostra Amministrazione, impegnata da venti anni in un processo di ristrutturazione lungo, faticoso e senza fine, che è stato guidato in tutti questi anni da una classe politica, a destra come a sinistra, davvero poco illuminata, che ha prodotto scelte molto miopi (pensiamo alle esternalizzazioni e alle condizioni di abbandono in cui sono stati lasciati gli Stabilimenti industriali), e con altre scelte ancor più miopi che si stagliano all’orizzonte (pensiamo alla nuova e corposa riorganizzazione disegnata dai Vertici militari nel Libro Bianco), che potrebbe portare a ulteriori e più pesanti problemi per le lavoratrici e i lavoratori, che si aggiungerebbero ai tanti ereditati dal passato.
In questo quadro, complesso e complicato, ci sarebbe bisogno di una forte iniziativa unitaria del Sindacato, fatta di rivendicazioni, di mobilitazioni e di lotta e non solo di iniziative sterili e divisive che diventano una manna per la nostra controparte, impegnata da anni solo sul fronte della crescita economica e professionale dei militari dei ruoli superiori e dimentica di fatto delle problematiche del personale civile.
E invece, dopo la positiva esperienza unitaria del 2017 che alcuni buoni risultati ha portato ai lavoratori, la ricorrenza del 1° Maggio purtroppo ritrova quest’anno i Sindacati nazionali della Difesa su tavoli separati nelle relazioni e nel confronto con lA.D., per volontà di alcune Organizzazioni che non abbiamo mai né compreso nelle motivazioni né condiviso nelle finalità. Una modalità, questa, del tutto anacronistica a quasi trenta anni dalla caduta del muro di Berlino, che nasce ovviamente dalla loro difficoltà di confrontarsi con le altre Parti sindacali nel rapporto con l’A.D., ma che sicuramente porta acqua al mulino della nostra controparte e certo non dà forza alle ragioni dei lavoratori civili e del Sindacato.
Il nostro auspicio è che la ricorrenza di domani possa costituire per tutti noi una occasione di profonda riflessione, per ritrovare tutti insieme, Lavoratori e Sindacato, le ragioni di una comune battaglia a difesa della nostra categoria, per dare soluzione ai tanti problemi irrisolti che ci portiamo dietro e per difendere fino in fondo il ruolo insostituibile dei lavoratori civili della Difesa.
A nome di FLP DIFESA, buon 1° Maggio a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, civili e militari, del Ministero della Difesa!
(Giancarlo Pittelli)