CCNI 6.11.2018 sul FRD 2018. Le sigle firmatarie alzano il tiro e, consapevoli degli effetti, chiedono il ritiro della circolare PERSOCIV. Che però appare improbabile alla luce dei contenuti del CCNI e della mancanza in esso di criteri per la distribuzione del FUS, in vigenza peraltro della Direttiva 10.11.2015 che associa i criteri di valutazione di FUS e performance. Il nostro no a slittamenti della riunione del 4 p.v.. Serve scrivere subito e bene il CCNI normativo per evitare altri danni

Notiziario n. 130 del 29 novembre 2018 –

Come è noto, FLP DIFESA non ha sottoscritto l’accordo (CCNI 6.11.2018) sul Fondo Risorse Decentrato (FRD, ex FUA) dell’anno 2018, che pubblichiamo a fine della presente pagina come allegato.

Non lo ha fatto per i motivi, che riguardano il metodo ma soprattutto il merito, già illustrati nell’allegato del Notiziario n. 94 del 3.09.2018 (titolo: “FRD quasi tutto alla performance e zero contrattazione locale”)  e poi anche nel Notiziario n. 123 del 6.11.2018.

Ebbene, sul piano dei contenuti, quell’accordo non ci ha convinto per diversi motivi, di cui due in particolare:

  • la scelta delle Parti di destinare l’intero fondo dei 21 mln (frutto positivo dell’accordo del 5.04. 2017 a cui FLP DIFESA ha dato un contributo decisivo e incancellabile) al finanziamento di un ectoplasma (la performance organizzativa) cucito su misura, che rende impenetrabile la performance organizzativa degli Enti e la “produttività” dei Dirigenti militari, sottratti così ad ogni valutazione. Insomma, a fronte del premio (?) concesso ai lavoratori, A.D. ha ottenuto una sorta di condono tombale sulla performance organizzativa, ora anche legittimato da una parte delle OO.SS., e questo non appare a noi un così gran risultato;
  • la cancellazione di fatto della contrattazione locale, frutto della scelta miope di destinare la gran parte delle risorse disponibili ai sistemi di valutazione delle performance. Al netto degli storici accantonamenti 2018 per sviluppi economici, P.O e indennità per Turni/Reperibiltà/PPL, infatti, dei 28 mln di € che residuano, ben 23,4 mln vengono destinati alle performance e solo 4,6 mln alla contrattazione di sede. Dunque, solo 4,6 mln di € su un Fondo Difesa pari a 56,2 mln di €, e per fare poi cosa lo deduciamo dal CCNL (art. 7, comma 7, che prevede per il tavolo locale il solo “adeguamento presso la sede su alcune materie già definite dal livello nazionale”) e poi dallo stesso CCNI, che, a differenza di quanto previsto dall’art. 14, comma 2, dell’accordo FUA 2017, non prevede più nè “progetti definiti in sede locale”“specifici coefficienti di valutazione” definiti localmente. Una involuzione, dunque, che “libera” il Dirigente e gli conferisce poteri assoluti, con le OO.SS./RSU chiamate a un ruolo meramente notarile.

Se questo è lo sfondo, appaiono veramente incomprensibili le ultime mosse di CGIL-CISL-UIL + UNSA.

Prima la nota datata 16 novembre u.s. dal titolo “CCNI – Istruzioni per l’uso”, nella quale affermano, con riferimento a FUS e contrattazione di sede,  che  “nulla è stato modificato e/o innovato”  rispetto al 2017. Nulla è cambiato dopo CCNL e CCNI?  Mah, si resta davvero senza parole! Leggere su questa stessa pagina, in basso, e confrontare tra di loro la parte FUS relativa al FUA 2017 (allegato 1) e FRD 2018 (allegato 2). Provare per credere!

E, dopo quelle “istruzioni”, il botto finale: la richiesta al D.G. di “ritiro immediato” della circolare n. 77666 del 22.11.2018, che precisa che” i criteri di erogazione devono essere in ragione di quanto emerso dal sistema di valutazione adottato dall’AD”. 

Era proprio quello che FLP DIFESA temeva dopo aver letto le regole fissate dal CCNI per la gestione FUS, e lo abbiamo anche scritto nei Notiziari sopra richiamati: la cancellazione della contrattazione locale e il rinvio alle esclusiva valutazione e determinazione dei Dirigenti per la distribuzione del FUS.

Il CCNI, infatti, reca all’art. 21 i criteri di valutazione della performance individuale, ma non reca anche i criteri per la distribuzione per il  FUS, per cui il rinvio alla contrattazione locale appare fumo negli occhi, atteso che la contrattazione locale dovrebbe “adeguare in sede locale” dei criteri che in materia di FUS il CCNI non ha fissato. Da qui, il rimando (ovvio) della circolare ai criteri del sistema performance.

D’altronde, la Direttiva 10.11.2015, che associa performance e FUS, è tuttora vigente, ed era ovvio l’approdo sulla performance  in assenza, nel CCNI, di previsioni precise su progetti e contrattazione locale.

Se si voleva evitare questa conclusione, occorreva scrivere regole diverse negli artt. 22 e 23 del CCNI, per come richiesto e ottenuto da CGIL-UIL-FLP DIFESA nel 2017.

Ora il danno è stato purtroppo fatto e, siccome siamo già a dicembre, il rimuoverlo appare operazione davvero improbabile, atteso che difficilmente il D.G ritirerà la sua circolare. Infine, una riflessione: attenzione che al danno non si aggiunga la beffa. Il differimento della riunione del 4 p.v. sul CCNI normativo sembra oggettivamente dare una mano ad A.D. Quello che serve, invece,  per noi, è il più rapido avvio della trattativa per fissare nuove regole che evitino altri danni (per esempio, libere interpretazioni degli OO.PP. sulla base degli orientamenti ARAN).

(Giancarlo Pittelli)

Allegato 1: 09.10.2017 CCNI accordo FUA 2017

Allegato 2: 06..11.2018 – CCNI accordo FRD 2018