La riunione del Consiglio Supremo di Difesa del 25 giugno u.s. Temi internazionali (Libia in primis), razionalizzazione dello strumento militare, investimenti nel settore della difesa e politiche del personale: sono stati questi gli argomenti affrontati. Un richiamo in merito ai programmi di investimento che appare tagliato sulla vicenda F-35. Nessun accenno invece ai contenuti e alle scelte del “Documento programmatico pluriennale 2019-2021” in via di approvazione, ma già anticipato dai media

Notiziario FLP DIFESA n. 57 del 27 giugno 2019 –

Foto della riunione del Consiglio Supremo Difesa del 25 giugno 2019

La riunione del Consiglio Supremo di Difesa (CSD) del 25 giugno u.s. è stata presieduta dal Capo dello Stato ed ha visto la partecipazione del Presidente del Consiglio, della nostra Ministra  prof. E.Trenta, degli altri Ministri componenti (Interno, MISE, Esteri e MEF) e del  Capo di SMD, alla sua prima volta. Hanno inoltre presenziato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio G. Giorgetti; il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Dott. U. Zampetti; il Segretario del CSD gen. R. Mosca Moschini (sempre lui!). A conclusione, il Quirinale ha diffuso un comunicato e un video, che rendiamo accessibili  anche da questa stessa pagina dal nostro sito.

Il CSD ha affrontato in primis il tema del terrorismo transnazionale che “continua a costituire una minaccia preoccupante” e rispetto al quale “l’Italia deve contribuire con decisione alle iniziative della Comunità Internazionale tese a contrastare le molteplici forme in cui esso si manifesta”.

Il Consiglio ha poi fatto il punto di situazione sugli impegni internazionali dell’Italia. “La Libia resta una priorità per il nostro Paese. Soltanto il ripristino del dialogo tra tutte le parti potrà creare le condizioni per un reale processo di pace e di conseguente stabilità e controllo del territorio”.

Per quanto riguarda l’Afghanistan, “l’Italia segue con attenzione gli sviluppi politico-diplomatici in atto e confida su un percorso elettorale pacifico e democratico”  e “continuerà a dare il suo contributo, in pieno accordo con gli alleati e con le Istituzioni locali, per consentire al popolo afghano di proseguire su un percorso di stabilizzazione e di sviluppo”. Per quanto riguarda il Kosovo, a venti anni oramai dall’intervento delle nostre FF.AA., “l’Italia rimane fortemente impegnata per consolidare la stabilità della penisola Balcanica e per sviluppare, con l’Unione Europea, il processo di integrazione comunitaria”. Infine, il CSD ha ritenuto di ribadire che “l’Alleanza Atlantica, l’Unione Europea e le Nazioni Unite rappresentano in nostri riferimenti in materia di sicurezza e difesa” e che pertanto “l’Italia deve continuare ad operare nel loro ambito in maniera convinta ed efficace”.

Nella seconda parte dei lavori, il CSD ha “approfondito lo stato del processo di ammodernamento del comparto Difesa e ha condiviso gli sforzi in atto volti alla costante valorizzazione del personale”. Ovviamente, non è dato conoscere i termini e gli approdi di questo approfondimento, le eventuali criticità individuate e le strade eventuali per migliorarne l’efficacia.  Molto generico appare inoltre il richiamo allo “sforzo volto alla costante valorizzazione del personale”: per quel che riguarda la componente civile, francamente di tutta questa attenzione non ce ne siamo mai accorti…..

Molto interessante appare poi il richiamo alla “necessità di procedere con una visione strategica a forte connotazione interforze, che consenta di razionalizzare le strutture, evitare le duplicazioni, qualificando così le risorse disponibili”. Il richiamo alle scelte contenute nel Libro Bianco appare a nostro avviso evidente, ed è il secondo segnale dopo la recente nomina dell’amm. Cavo Dragone a Capo di Stato Maggiore Marina.

Infine, un richiamo ai “programmi di investimento” che “devono essere caratterizzati da decisioni coerenti nel tempo, ampiamente condivise con i Paesi alleati e con il comparto industriale e aderenti al ruolo dell’Italia nel contesto internazionale”, che sembra scritto con chiaro riferimento alla vicenda degli F-35 e con buona pace di chi, all’interno della compagine di governo e solo qualche mese fa, esprimeva opinioni ben diverse……

Ultima considerazione. Nonostante siano filtrate attraverso diversi media i contenuti del nuovo “Documento programmatico pluriennale 2019-2021 del Ministero della Difesa”, che è in via di approvazione (ne parleremo in un prossimo Notiziario) e che notoriamente rappresenta il documento che farà da riferimento per le politiche della Difesa, per i connessi programmi e per le coperture finanziarie, il CSD non risulta ne abbia discusso. Lo farà, immaginiamo, alla sua prossima riunione.

(Giancarlo Pittelli)