Trattenuta del 2,5%. Per gli assunti dal 1.1.2000, avvieremo ricorsi pilota a costo zero per i lavoratori

Notiziario n. 153 del 13 novembre 2012 –

Riportiamo di seguito il Notiziario FLP n. 59 del 12.11.2012 relativo al D.L. 185/2012 riguardante la ritenuta del 2,5% sulla buonuscita.

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 223/2012, che ha dichiarato l’incostituzionalità del prelievo del 2,5% a carico di tutti i lavoratori passati in regime di TFR (meno favorevole) a seguito della legge finanziaria del 2011 (DL 78/2010), dopo il Decreto Legge n.185/2012, con il quale il Governo che si è affrettato a ripristinare il calcolo della buonuscita in regime di TFS, alcuni sindacati (quelli più interessati a gestire i fondi di previdenza complementare) hanno ritenuto che la partita fosse finita e ora dicono: tutto è bene quel che finisce bene!!

E invece no!! Perché questa vicenda ha fatto venire a galla alcune cose:

 – che era vero quanto la FLP diceva sin dall’inizio e cioè che vi era una discriminazione a carico dei lavoratori pubblici che ora, solo per quelli assunti prima del 1° gennaio 2000, bene o male (avremmo preferito i soldi in busta paga) è stata sanata. Che era altresì vero che quanti si sono fatti abbagliare e hanno sborsato soldi, sotto forma di ricorsi o iscrizioni ai sindacati ricorrenti, rischiavano di trovarsi con un palmo di naso e che le iscrizioni vanno conquistate con la politica sindacale, non con le scorciatoie;

che permane e anzi emerge in modo prepotente la disparità di trattamento, rispetto al resto dei lavoratori pubblici ma soprattutto rispetto a quelli privati, di tutti coloro che sono stati assunti dopo il 1° gennaio 2000 che hanno il regime di calcolo del TFR ma i soldi in busta paga se li vedono trattenere lo stesso mese per mese.

 Ciò che è emerso chiaramente è che questa trattenuta a carico dei lavoratori assunti dopo il 1° gennaio 2000 non è uno scherzo del destino “cinico e baro” e nemmeno il frutto di odiose misure governative ma la scelta sindacale di chi ha ritenuto di incentivare l’adesione ai nascenti fondi di previdenza complementare e finanziarli con i soldi tolti a questi lavoratori.

 L’accordo sindacale con il quale viene ridotto lo stipendio di questi lavoratori è infatti l’Accordo Quadro sul trattamento di fine rapporto e la previdenza complementare del 29 luglio 1999 – che la FLP ha già pubblicato ma che ripubblichiamo in allegato a questo notiziario – firmato, guarda caso, da tutti quei sindacati che hanno poi proposto i ricorsi (UGL, UIL, CONFSAL), ligi al principio che prima si creano i problemi e poi ci si presenta come soluzione.

 Noi siamo stufi di questo modo di fare sindacato e non ci limitiamo a denunciare le malefatte contrattuali ma vogliamo dare tutela ai lavoratori che anche dopo il Decreto Legge 185/2012 restano colpiti da tale iniquità.

 Solo che non vogliamo farlo proponendo ricorsi a tappeto che prevedono iscrizioni al sindacato o il versamento di soldi agli avvocati scelti da noi.

 Anche perché pensiamo di dover creare le condizioni affinché i lavoratori vedano soddisfatti i propri diritti senza sborsar denari e che le iscrizioni al sindacato debbano arrivare perché i lavoratori credono nella nostra politica.

 La FLP proporrà quindi uno o più “ricorsi pilota” a totale carico sindacale, e chiederà ai giudici di applicare la sentenza della Corte Costituzionale per estensione oppure, in subordine, di fare un nuovo quesito alla Corte Costituzionale che sancisca l’illegittimità del contributo del 2,5% a carico dei lavoratori assunti dopo il 1° gennaio 2000, che sono in regime di TFR ma ai quali viene ugualmente decurtata la retribuzione, e la disparità di trattamento rispetto ai lavoratori privati, per i quali quella quota è a carico del datore di lavoro.

 Speriamo che ora sia chiaro a tutti che questo raggiro è stato perpetrato per far aderire tutti i lavoratori ai Fondi di Previdenza Complementare gestiti dai sindacati e che per chi vi aderisse non vi è contribuzione aggiuntiva ma decurtazione di salario in quanto coloro che sono stati assunti prima del 1° gennaio 2000 per aderire devono rinunciare al calcolo della buonuscita più favorevole e continuare a versare un balzello che nel privato è a carico del datore di lavoro; per gli assunti dopo il 1° gennaio 2000 conviene provare a recuperare il maltolto anziché continuare a versare, indebitamente e per decisione di sindacati che anziché aumentare gli stipendi li decurtano, il 2,5% del loro salario per finanziare il sistema dei fondi pensione.

 Su questa politica chiediamo l’adesione dei lavoratori alla FLP, libera, senza vincoli di ricorsi e senza esborsi di ulteriore denaro.

 Come liberi, autonomi e indipendenti vogliamo continuare a essere noi!!

                                                                                                                                                        LA SEGRETERIA GENERALE

Allegato: Accordo quadro 27.07.1999 sulla previdenza complementare

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