Parere favorevole del Consiglio di Stato al blocco dei contratti e delle retribuzioni sino al 31.12.2014

Notiziario n. 49 del 30 aprile 2013 –

CdSRiportiamo di seguito il Notiziario FLP  n. 16 del 24 aprile 2013 relativo al parere del Consiglio di Stato sui nostri contratti, e nel quale si dà anche conto  degli sviluppi  dell’iniziativa “UN EURO PER FARE GIUSTIZIA” promossa a suo tempo dalla nostra Federazione.

E’ di questi giorni, e sta passando sotto silenzio, la notizia che il Consiglio di Stato, riunito in Sezione Consultiva per gli Atti Normativi, con provvedimento n. 01832/2013 del 17 aprile,  su richiesta dell’Ufficio Legislativo del Ministero dell’Economia e Finanze, ha dato il via libera allo schema di D.P.R. varato dal Consiglio dei Ministri  in data 21 marzo con il quale è stato predisposto un regolamento in materia di proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti.

Ovviamente la notizia del provvedimento varato in C.d.M. aveva già fatto suonare il campanello d’allarme a tutte le forze sociali del pubblico impiego, ma nessuno pensava ad una tale accelerazione quasi a voler lasciare, da subito, una prima e pesante eredità al prossimo Governo ed al prossimo Ministro della Pubblica Amministrazione.

E invece il provvedimento, inviato dal MEF, ha avuto un velocissimo parere positivo da parte del C.d.S. che, in relazione alla delega prevista all’art. 16 della Legge 98/2011, introduce tre misure che affossano le aspirazioni dei dipendenti pubblici ad avere il rinnovo del contratto e bloccare la vera e propria emorragia che sta colpendo il nostro potere d’acquisto:

1) la proroga alla fine del 2014 del blocco dei contratti di lavoro del pubblico impiego (se va bene  ripartiranno nel triennio 2015-2017);

2) la conferma del blocco del pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale per il biennio 2013- 2014.

3) La proroga del blocco del “cedolino”, cioè il divieto di avere aumenti di stipendio a qualsiasi titolo    (quindi anche i passaggi economici), che sarebbe scaduto il 31 dicembre 2013, fino a tutto al 2014.

Un’accelerazione che non possiamo spiegarci se non con l’obbligo di predisporre da parte del MEF, in assenza di atti formali che ne presupponessero il blocco, proprio il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale per il biennio di riferimento (2013-2014); quindi via libera ad un ulteriore atto vessatorio nei confronti dei lavoratori pubblici per i quali al danno si aggiunge la beffa di un parere che, udite, udite, segnala al legislatore la necessità di non “infierire” su coloro i quali hanno redditi da 90.000 a 150.000 euro in ragione di una opportuna sentenza della Corte Costituzionale, la 233/2012, che in sintesi afferma che chi guadagna di più non deve rimetterci rispetto agli altri (che guadagnano molto, molto meno…).

L’azione sindacale sino ad ora non ha prodotto che generici lamenti e interviste contro il blocco contrattuale. Azioni concrete purtroppo nessuna come nulla o quasi è successo in occasione del precedente blocco contrattuale che ancora ci colpisce. Sarebbe ora di affrontare unitariamente una vertenza che faccia capire che se i servizi pubblici peggiorano ad andarci di mezzo è tutto il Paese, ma chi paga maggiormente sono le fasce più basse della popolazione che non possono certo ricorrere ai privati per quanto riguarda i servizi fondamentali come ad esempio scuola e sanità.

I soldi per far funzionare meglio la macchina e pagare dignitosamente i dipendenti pubblici ci sono, gli sprechi pure e sono laddove nessuno ha il coraggio di intervenire: appalti, acquisti, consulenze, dove si annidano i 60 miliardi di corruzione denunciati dalla Corte dei Conti.

 E allora, attendendo che il Governo affronti realmente i problemi della Pubblica Amministrazione italiana con una riforma seria ed efficace e un minimo di unità sindacale che affronti e tuteli gli interessi e le esigenze di più di tre milioni di lavoratori del Pubblico Impiego, senza contratto e con i livelli di stipendio più bassi della media europea, questa Federazione ha deciso di iniziare con atti concreti: prima di tutto la presentazione di piattaforme contrattuali che mettano in mora il Governo e lo richiami alla sua responsabilità di prendere i soldi laddove è giusto e non dove è più facile; inoltre, non abbiamo mai abbandonato la nostra iniziativa: “UN EURO PER FARE GIUSTIZIA” con la quale si mira ad ottenere una pronuncia giudiziaria che sancisca l’incostituzionalità del blocco degli stipendi attraverso specifici ricorsi a vari  Tribunali. Un’iniziativa che ora come mai è attuale e indispensabile.

I giudici stanno iniziando a fissare le udienze e a breve speriamo di avere delle risposte positive. Intanto vi riepiloghiamo le udienze previste nei prossimi mesi:

Tribunale di Roma, ricorso presentato dai sindacati FLP e FIALP: la prima udienza si è già tenuta e la prossima è prevista per il 19 giugno, data in cui è molto probabile che il giudice si pronunci nel merito;

Tribunale di Milano: prima udienza fissata per il 18 giugno 2013;

Tribunale di Torino: prima udienza fissata per il 1° luglio 2013;

Tribunale di Firenze: prima udienza fissata per il 29 novembre 2013;

Tribunale di Roma, ricorso presentato dai lavoratori: prima udienza fissata per l’8 gennaio 2014;

Tribunale di Perugia: prima udienza fissata per il 10 gennaio 2015 (sic!)

Ricordiamo che basta che uno dei Tribunali aditi ravvisi profili di incostituzionalità del blocco dei contratti per inviare le carte alla Corte Costituzionale che dovrebbe così pronunciarsi in merito. Vi terremo tempestivamente aggiornati!  

 Si allega intanto copia del parere del Consiglio di Stato sullo schema di DPR in parola.

                                                                                                                       LA SEGRETERIA GENERALE FLP “

Allegato: Parere del Consiglio di Stato n.1832 del 17.04.2013

 

 

 

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