Notiziario n. 74 del 27 giugno 2013 –
Nel quadro delle audizioni disposte dalle Commissioni Difesa di Camera e Senato ai fini di una ricognizione, in avvio di legislatura, delle problematiche relative alla Difesa, dopo le audizioni del Ministro, del Capo di SMD e del Capo di SME, nella giornata di mercoledì 19 u.s. è stata la volta del Capo di Stato Maggiore Marina, amm. G. De Giorgi, che ha svolto un’ interessante relazione, della quale però non è ancora disponibile il resoconto stenografico. Pur tuttavia, proviamo a fornire ai colleghi una sintesi delle linee programmatiche esposte dall’Ammiraglio, attingendo dal documento reperito sul sito della Marina, che pubblichiamo in questa pagina come allegato.
Dopo aver ricordato i numeri di cui dispone la F.A. (al 31.03.2013: 30.923 militari e 2.981 civili) e la sua articolazione che si sviluppa principalmente sui tre poli di Taranto, La Spezia e Augusta, il Capo di SMM ha accennato alla “radicale ristrutturazione in corso, che è destinata a concludersi entro l’inizio del 2014” con la nuova configurazione relativa alle aree operativa, logistica e formativa, e di cui alla Direttiva del precedente Capo di SMM datata 31.12.2012 e alle successive riunioni tecniche cha abbiamo avuto con SMM-1° Reparto. E’ poi seguita l’elencazione delle “criticità” che riguardano il personale: molto dettagliate quelle che toccano i militari (“insufficienza delle retribuzioni”; “collocazione sotto la soglia di povertà del personale divorziato”; etc.), molto più stringata, invece, la parte relativa al personale civile, ma con una importante affermazione circa “il mancato riconoscimento della specificità del loro ruolo, che è complementare a quello del personale militare ed è fondamentale per l’efficienza complessiva della Marina”.
A seguire, l’esame della situazione degli Arsenali “che impiegano complessivamente 2.500 addetti, di cui 1.434 a Taranto, 796 a La Spezia e 270 ad Augusta”. Diverse le criticità evidenziate dall’amm. De Giorgi: mancato riconoscimento delle specificità professionali delle maestranze; pensionamenti senza sostituzioni per il blocco del turn over; carenza di operai specializzati; invecchiamento della forza lavoro e, infine, obsolescenza delle infrastrutture e del naviglio di supporto. Cosa fare allora rispetto a questa gravissima situazione? La ricetta indicata è precisa: sbloccare il turn over per assicurare il ringiovanimento delle maestranze e la trasmissione delle conoscenze; rivitalizzare la formazione “riaprendo le scuole allievi operai” e reperendo “ulteriori risorse per l’attività formativa”; rinnovare il naviglio di supporto portuale; infine, portare a compimento il c.d. “piano Brin” e accelerare i processi di adeguamento infrastrutturale.
Successivamente, dopo aver illustrato i compiti della Marina, ricordato le diverse missioni che hanno coinvolto la F.A. negli ultimi 35 anni e delineato lo scenario internazionale, l’amm. De Giorgi si è soffermato sulle forti criticità della nostra flotta, che negli ultimi dieci anni ha già perso 20 unità (sostituite da sole 10) e che da qui al 2025, in assenza di “interventi correttivi”, ridurrà la propria consistenza “dalle attuali 60 a sole 22 unità”. Il grafico di pg. 16 del documento che pubblichiamo sul nostro sito dà visivamente l’immagine della perdita di consistenza della nostra flotta nell’arco temporale dal 1970 al 2020. Da qui la sintetica, amara conclusione finale dell’amm. De Giorgi: “entro il prossimo decennio la Marina perderà la capacità di operare nella maggioranza delle missioni e di assolvere i compiti d’istituto”. Occorrerebbe dunque invertire la tendenza, e per farlo propone di “investire in navi”, cosa questa che non solo eviterebbe la scomparsa della flotta, ma potrebbe apportare “notevoli vantaggi per il Paese” (più lavoro e un saldo positivo di quasi 2 mld per i conti pubblici). E, a tal riguardo, il Capo di SMM indica anche dove reperire le risorse necessarie per finanziare il rilancio della cantieristica militare e avviare un piano di costruzioni navali. Dunque, un grido di allarme molto forte quello dell’Ammiraglio, che ci auguriamo venga ascoltato.
(Giancarlo Pittelli)
Allegato: Linee intervento del Capo di SMM