Legge di stabilità 2014. Attacco al lavoro pubblico, la FLP dichiara lo stato di agitazione dei dipendenti pubblici

Notiziario n. 117 del 28 ottobre 2013 –

Riportiamo di seguito il Notiziario FLP n. 46 del 28.10.2013 relativo alle misure di finanza pubblica contenute nel disegno di legge di stabilità 2014 presentato dal Governo, che reca in allegato la nota della nostra Federazione già inviata alla Presidenza del Consiglio con la dichiarazione dello stato di agitazione dei lavoratori pubblici.

Finalmente iniziano a venir fuori i testi e le tabelle del disegno di legge di stabilità approvato dal Governo un paio di settimane fa e adesso in discussione alle Camere, non prima di essere stato inviato a Bruxelles (sic) per una sorta di approvazione preventiva.

Per i dipendenti pubblici è l’ennesimo massacro: blocco dei contratti per tutto il 2014 (ma con la previsione di blocco fino al 2017), blocco degli stipendi, blocco del turn-over, taglio dello straordinario, diminuzione del salario accessorio in proporzione al numero di lavoratori andati in pensione, rateizzazione della buonuscita.

Eppure i soldi per i rinnovi dei contratti ci sarebbero e la convenienza economica anche – sotto forma di aumento della domanda interna – ma si è sin qui preferito far pagare la crisi ai dipendenti pubblici e alle fasce più deboli della popolazione che, gioco forza, riducendosi sia il numero di coloro che devono erogare i servizi che la loro motivazione a causa di stipendi più bassi, avranno sempre meno servizi e meno efficienza.

L’attacco alla pubblica amministrazione ed ai lavoratori  però, come ha già detto la nostra confederazione CSE (vedi Notiziario CSE n. 12 del 21 ottobre 2013), non si può ascrivere soltanto alla Legge di Stabilità ma è figlio delle politiche dei governi degli ultimi dieci anni e, in particolare, di una finta “spending review”, applicata in modo cieco e sordo, che ha tagliato stipendi e servizi anziché privilegi e sprechi.

Così oggi i dipendenti pubblici sono arrivati a perdere il 10,5 per cento del loro salario (dato di Confindustria) ma tutto concentrato nelle fasce dei funzionari e degli impiegati mentre l’alta burocrazia ha visto crescere compensi, consulenze e emolumenti vari. Ci si lamenta della perdita di posti di lavoro e della carenza di lavoro per i giovani ma negli ultimi dieci anni nel pubblico impiego si sono persi oltre 300.000 posti di lavoro.

 Ci si lamenta della crescita dei nuovi poveri ma lo Stato permette che larghe fasce di lavoratori pubblici a 1000-1200 euro al mese scivolino tra i cosiddetti “working poor”, cioè coloro che vivono sotto la soglia di povertà pur lavorando e sono costretti a  ricorrere a forme di assistenza sociale. Langue la domanda interna ma lo Stato non solo taglia gli stipendi dei dipendenti pubblici ma taglia anche il salario di produttività, facendo venir meno in un colpo solo possibili fonti di domanda interna e motivazione di chi lavora per la collettività.

Eppure per il 2014 basterebbero 1,5 miliardi di euro per aprire la stagione dei  rinnovi contrattuali in un Paese che ha meno dipendenti pubblici della media europea, li paga peggio ma taglia sul numero e sugli stipendi preferendo non attaccare i veri sprechi nella pubblica amministrazione: appalti, forniture, consumi di beni intermedi, consulenze, società partecipate o in house.

E, come se non bastasse tutto questo, stavolta non possiamo prendercela nemmeno con l’Europa: la legge di stabilità che vorrebbe il Governo delle larghe intese ha previsto un rapporto deficit/PIL al 2,5 per cento contro il 3 per cento permesso dalle norme europee.

 Quello 0,5 per cento ammonta a 7 miliardi e mezzo di euro che potrebbero essere usati non solo per rinnovare i contratti ma per far partire un piano di ammodernamento e messa a norma delle scuole italiane nelle quali ogni giorno i nostri figli rischiano la vita o un piano straordinario di riassetto idro-geologico del territorio, per il quale ogni anno spendiamo invece miliardi di euro per riparare i danni di alluvioni, frane et similia.

Centinaia di migliaia di posti di lavoro che rilancerebbero l’economia permettendo addirittura di fare, nel tempo, risparmi di spesa.

E allora, direte voi, perché non si fa? Perché l’attuale maggioranza  ha votato a suo tempo la legge che prevede il pareggio di bilancio strutturale in Costituzione (legge costituzionale n.1/2012 e legge 243/2012) a partire proprio dal 2014. Queste leggi prevedono che in caso di sforamenti di bilancio è obbligatorio il rientro annuale nel pareggio di bilancio attraverso aggiustamenti progressivi. Ebbene, in base a queste norme, recepite addirittura in Costituzione, la legge di stabilità presentata dal Governo non può permettersi un deficit superiore, anche se in linea con le norme europee. Insomma, ci siamo messi da soli il cappio al collo, l’Europa non c’entra nulla!!

Quello che è certo è che la FLP non ha alcun intenzione di vedere il nodo scorsoio che ci strangola come dipendenti pubblici e come cittadini. Abbiamo fatto a questo Governo le nostre proposte di riduzione di sprechi e ruberie da tempo e non accetteremo quindi che venga approvata la legge di stabilità così come è stata concepita.

Faremo sentire la nostra voce nel Parlamento, attraverso proposte di modifica, e se queste non saranno accettate, la faremo sentire negli uffici e nelle piazze. Abbiamo iniziato con la dichiarazione di stato di agitazione di tutti i dipendenti pubblici e seguiremo passo dopo passo l’iter di questa legge, con un’attenzione forte e costante.                                                                                                                                

                                                                                                                       LA SEGRETERIA GENERALE FLP

Allegato 1: La nota della Segreteria Generale FLP

Allegato 2: DPR 4.10.2013, n. 122 – Regolamento blocco al 2014 di contratti e retribuzioni

Documenti: IL DISEGNO DI LEGGE DI STABILITA’ 2014

                      *  DDL Stabilità 2014 Testo integrale      *  DDL Stabilità 2014 – Relazione illustrativa

                      *  DDL stabilita 2014 Relazione tecnica    *  DDL Stabilita 2014 – Elenco missioni

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