Notiziario n. 5 del 21 gennaio 2014 –
Il Comando Logistico dell’Esercito torna a farsi sentire. Questa volta, sotto tiro ci sono i buoni pasto erogati al personale dipendente. Ma cerchiamo di mettere a fuoco la problematica in atto.
Con foglio n. 90271 del 14 ottobre u.s., il Dipartimento di Commissariato di quel Comando, “al fine di fornire ai Comandanti degli EDRC uno strumento di ausilio nell’ambito del processo decisionale di adozione del buono pasto”, ha trasmesso un documento recante “Linee guida per la valutazione dell’adozione del buono pasto in sostituzione del servizio di vettovagliamento” per la successiva diffusione “ai minimi livelli ordinativi” (il documento è pubblicato su questa stessa pagina). Uno apprezzabile sforzo di chiarezza sull’argomento da parte del Comando Logistico, di cui si sentiva oltremodo la necessità in questo momento così difficile per la Difesa in generale e per l’ Esercito in particolare, chiamato a dare il maggior contributo nell’operazione di riduzione dello strumento militare.
Più recentemente, dopo “apposita videoconferenza”, con nota prot. n. 1757 del 14 u.s., lo stesso Dipartimento di Commissariato ha trasmesso ai Comandi Logistici di area (COM LOG NORD di Padova e COM LOG SUD di Napoli) una successiva nota con la quale:
- ha richiamato i “concetti chiave” (testuale) espressi nelle “Linee guida” cosi sintetizzati: “il buono pasto si configura come mero strumento sostitutivo delle prioritarie forme di servizio di vettovagliamento”; lo SME-IV Reparto RL ha ribadito l’adozione circoscritta del buono pasto, precisandone i limiti e i vincoli applicativi; nel caso specifico di mancanza contemporanea del servizio mensa e delle condizioni minime necessarie per l’adozione del buono pasto e conseguente fruizione del servizio vettovagliamento presso la mensa di altra caserma viciniore.., tenuto conto del qualificato parere espresso in merito dalla D.G. Persociv (pubblicato sul nostro sito), per il personale non sussiste l’obbligo di recuperare l’eventuale tempo eccedente i 30 minuti (impiegato per il trasferimento), qualora il trasporto venga assicurato con apposito mezzo di servizio” .;
- ha reso noto le “determinazioni” del Comandante Logistico dell’Esercito per gli EDRC dell’area logistica, che per alcuni Enti (CERICO ROMA; CERICO NAPOLI; SERICO Cagliari; etc.) fanno saltare i buoni pasto con ricadute di varia natura per gli interessati e dispone l’aggregazione per il vitto di tutti i lavoratori militari e civili presso mense di altri Enti, con trasporto a cura dell’A.D.
Se questi sono gli accadimenti, poniamo tre ordini di problemi che proviamo a indicare ai colleghi.
Il primo: siamo sicuri che sia corretta l’interpretazione che fa il Cdo Logistico della risposta di Persociv al quesito? Il secondo: pur ipotizzando l’intento positivo di detto Comando volto a contenere la spesa pubblica in funzione “spending review”, vien da chiedersi: costa di più allo Stato, per unità di lavoro, concedere il buono pasto (vds. documento sui costi effettivi pubblicato su questa stessa pagina) o la somma combinata dei diversi costi derivanti dal pasto erogato, dai servizi di trasporto e dal tempo di lavoro sottratto al servizio? Come già avvenuto in altre circostanze (nostro Notiziario n. 36 del 25.03.2013 ripreso da un articolo de IL FATTO QUOTIDIANO, che ripubblichiamo su questa stessa pagina), si ha l’impressione di un modo tutto particolare di intendere la spending review. Infine, terza e ultima considerazione: creare situazioni di malessere nel personale e conflitti con le OO.SS. serve alla F.A. alla vigilia di un’operazione di riordino così impegnativa? Cosa dice SME? Condivide, nel merito e nel metodo, questo modo di procedere?
In relazione a quanto precede, abbiamo inviato al Capo di SME la nota che pubblichiamo di seguito.
(Giancarlo Pittelli)
Allegato 1: Nota FLP DIFESA al Capo di SME
Allegato 2: Linee guida adozione buono pasto
Allegato 3: Risposta PERSOCIV a quesito Cdo Logistico
Allegato 4: Sintesi corrispettivi effettivi buoni pasto
Allegato 5: Articolo IL FATTO QUOTIDIANO del 26.03.2013