Notiziario n. 131 del 9.12.2015 –
Tra i provvedimenti di riordino in chiave riduttiva discendenti dai Decreti Legislativi nn. 7 e 8 del 28 gennaio 2014, attuativi della L. 244/2012, una posizione di primissimo rilievo è certamente occupata dalle riorganizzazione degli Stabilimenti industriali del MD, Poli Esercito e Arsenali MM in primis, una volta autentico vanto dell’A.D. e oggi, a causa delle scelte miopi e suicide operate in passato, in grandissima sofferenza e con crescenti criticità in ragione soprattutto della limitatezza delle risorse e del turnover. Fu anche per questo motivo che, in sede di confronto con A.D. sugli schemi dei decreti attuativi (luglio 2013), le OO.SS. posero in particolare l’accento sul riordino degli Stabilimenti industriali, e non a caso la norma che ne derivò (art. 2259-sexies COM, come introdotta dal D.Lgs n. 8/2014), fortemente voluta dalle Parti sociali, era sostanzialmente incentrata su due operazioni: “internalizzazioni” e “civilizzazione”.
Oggi, a distanza di oltre due anni da quel confronto, possiamo dire che il riordino degli Stabilimenti industriali del MD, sicuramente i più in vista sotto il profilo della presenza civile, sta procedendo in una direzione opposta a quella prevista dal D. Lgs. n. 8: invece di “internalizzazioni” e “civilizzazione”, assistiamo sistematicamente a persistenti e crescenti “esternalizzazioni” e a massicce iniezioni di personale militare collocato in posizioni apicali e al posto dei nostri funzionari. Una situazione davvero inaccettabile, che gli Stati Maggiori hanno giorno dopo giorno costruito ad arte, e alla quale hanno indirettamente contribuito anche CGIL-CISL-UIL che oggi chiedono a gran voce il “Regolamento” sulle funzioni del personale civile (art. 1 D.Lgs n. 7/2014), ma dopo un anno abbondante di colpevole disattenzione e anche di sorrisini ai tavoli ogni qual volta FLP DIFESA ne denunciava la non attuazione. Un obiettivo, quello perseguito dagli SS.MM., che di certo guarda anche alla previsione dell’art. 280 del Libro Bianco , che afferma che “sarà esplorata la possibilità che l’industria possa assorbire alcune strutture tecnico-industriali del MD e, grazie a specifiche norme, il relativo personale”. E il cerchio così si chiude!
In questo quadro a tinte fosche e con prospettive per noi civili assolutamente allarmanti, posto che la soluzione finale sembra essere proprio la fine degli Stabilimenti industriali per come sinora l’abbiamo conosciuti, onestà intellettuale ci impone comunque di differenziare tra loro l’operato degli SS.MM. Per quanto attiene il riordino degli Stabilimenti industriali dell’Esercito, già avvenuto attraverso i DD.MM. 31.12.2014 registrati alla Corte dei Conti il 24.03.2015, va detto che le non internalizzazioni e la militarizzazione delle posizioni di lavoro, in particolare nel settore delle lavorazioni, ne hanno costituito certamente i connotati essenziali, come sta avvenendo oggi nel riordino degli Arsenali della Marina. E noi questo lo abbiamo detto con forza, basta leggere il nostro documento sul riordino dei Poli che abbiamo consegnato a SME e che riporta il nostro giudizio conclusivo (vds. il Notiziario n. 81 del 27.07.2015). Abbiamo però riconosciuto, all’interno dello stesso documento, che Stato Maggiore Esercito aveva aperto un confronto vero con il Sindacato, sul piano nazionale prima e sul piano locale poi, presentando le proprie proposte di organigrammi e incarichi nei singoli Poli e gli schemi di provvedimento. Dunque, almeno sul piano del metodo, va riconosciuto a SME trasparenza e coinvolgimento pieno delle Parti sociali.
Esattamente l’opposto di quanto sta avvenendo in ambito Marina, dove il tratto essenziale del riordino di Arsenali e Centri tecnici è costituito dalla poca trasparenza delle scelte di riorganizzazione e dalla esclusione di fatto del Sindacato, sul piano nazionale e ancor di più sul piano locale. Scelte tutte di SMM, nel merito peraltro poco condivise dalla stessa Dirigenza degli Stabilimenti, che si è trovata un riordino di fatto imposto, senza alcun legame con le situazioni e con le esigenze reali degli Stabilimenti.
Con queste premesse, e anche alla luce dei più recenti accadimenti, abbiamo scritto l’allegata lettera all’amm. G. De Giorgi, Capo di SMM, nella quale denunciamo i fatti e chiediamo un incontro.
(Giancarlo Pittelli)
Allegato 1: 09.12.2015 Lettera a CaSMM su riordino Arsenali e CC.TT. e probl. Augusta
Allegato 2: Nota 21.09.15 OO.SS.-RSU CIMA Aulla
Allegato 2: 09.09.2015 Lettera a SMM-1° Rep su sch. DM Arsenali MM