Incontro con il Capo di SME. Criticità locali e riorganizzazione della F.A. Su nostra richiesta, a breve il confronto nazionale sul riordino già avviato dei servizi amministrativi dell’Esercito

Notiziario n. 6 del 14 gennaio 2016 –

Il Capo di SME, gen. D. Errico, tra due soldati

Il Capo di SME, gen. D. Errico, tra due soldati

Il Capo di SME, gen. Danilo Errico, ha incontrato questa mattina le OO.SS. nazionali, mantenendo fede ad un impegno assunto nei nostri confronti nella precedente riunione del 29 luglio 2015.  E’ stato un incontro cordiale e che giudichiamo molto positivamente atteso che, anche in questa circostanza, la terza dall’inizio del mandato,  sono emerse la capacità di ascolto e l’attenzione del Generale nei confronti delle questioni poste dalle OO.SS., e che speriamo segni un ulteriore scatto nelle relazioni sindacali nazionali.

L’incontro è stato aperto da una brevissima introduzione del Vice Capo RPGF, gen. Ignazio Gamba, e subito dopo la parola è passata alle OO.SS., che hanno affrontato le diverse problematiche in campo.

Nel suo intervento, FLP DIFESA è partita dalla precedente riunione del 29 luglio (si veda il Notiziario n. 83 di pari data) nella quale le OO.SS. nazionali rappresentarono al Capo di SME  tutta una serie di criticità presenti nelle relazioni sindacali di livello locale. Per quanto ci riguarda,  segnalammo alla Sua attenzione le problematiche relative a CME Basilicata POTENZA, CERIMANT MILANO e 1° Reggimento Corazzato di TEULADA (CA) e  la necessità di un attento monitoraggio in ordine agli “orari delle riunioni sindacali”, oggetto qualche giorno prima di apposita nota del DIPE (prot. 32462 del 23.07.2015, qui pubblicata in allegato 2).  Abbiamo dato pienamente  atto, e ringraziato,  il gen. Errico per avere dato seguito agli impegni assunti per comporre le vertenze in atto:  innanzitutto la nota prot. n. 6861 del 10.09.2015 inviata ai Vertici di settore (che pubblichiamo su questa pagina in allegato 3) con la quale ha chiesto Loro di sensibilizzare i Comandanti degli Enti perché “instaurino con la compagine sindacale relazioni improntate alla reciproca fiducia e collaborazione, in linea con l’approccio adottato a livello centrale”,  cui ha poi fatto seguito più recentemente una seconda nota, datata 22.12.2015, nella quale, dopo aver precisato che eventuali studi di riorganizzazione degli Enti debbono essere autorizzati da SME ed essere in linea con il riassetto ordinamentale previsto dal D.Lgs. n. 7/2014,  ha ribadito i concetti di cui sopra in merito alle relazioni sindacali locali.  A ciò si aggiungano le iniziative poste in essere dal DIPE,  che ha richiesto agli Enti oggetto delle segnalazioni delle OO.SS. un “sintetico punto di situazione sull’attuale stato delle relazioni sindacali”  (che pubblichiamo in allegato 4 su questa pagina) e ha svolto pure videoconferenze. Va dato atto a SME di aver colto le criticità segnalate e di averne dato seguito con le iniziative richiamate.

Ciò premesso, abbiamo però fatto presente che le positive iniziative avviate dal Centro non hanno purtroppo registrato sinora effetti risolutivi in ordine a quelle criticità, che permangono quasi tutte e in alcuni casi (CapoTeulada, per esempio) si sono intensificate. Addirittura incredibile appare quanto avvenuto a Milano dove, nonostante il lodevolissimo e diretto intervento del gen. Puri che aveva portato al ritiro dell’auto sospensione della RSU, il Cte del CERIMANT ha di fatto riaperto il fronte con una non opportuna nota di precisazione recante passaggi ancora una volta virulenti nei confronti di rappresentanti sindacali.   Sembrerebbe proprio che, in alcuni Dirigenti locali,  le raccomandazioni/indicazioni che vengono dal Capo della F.A. e dai Suoi Uffici non trovino adeguata attenzione e corrispondente riscontro, e la circostanza non può non preoccupare. O come nel caso del Cdo RMN TORINO dove, a fronte delle precise indicazioni del DIPE,  le riunioni sindacali continuano ad essere convocate in orario di lavoro, perché (pare sia questa l’opinione del Cte) la nota DIPE si presterebbe ad altre e diverse letture. L’italiano è ostico si sa, ma in questo caso proprio no!  Il gen. Errico ha comunque prestato molto ascolto alle cose dette e anche alle carte da noi esibite (alcune anche consegnate), e ha promesso che, dopo i necessari approfondimenti, agirà rapidamente e in profondità.

Queste criticità nelle relazioni sindacali locali stanno diventando purtroppo un gran problema, che appesantisce enormemente il quadro di situazione in un momento di profonda trasformazione della F.A. che reca in sè naturali elementi di tensione, che occorrerebbe limitare al massimo e non invece appesantire. Come è avvenuto al CEDOC di Lecce, con iniziative in materia di controlli del personale che ledono la privacy e il diritto all’informazione preventiva,  fatti che, in assenza delle risposte che pur avevamo sollecitato alla F.A., abbiamo già portato all’attenzione  del Garante per i provvedimenti del caso. O come è avvenuto nel caso del Comando Logistico EI, con atteggiamenti fortemente penalizzanti il lavoro civile.  O come ancora nel caso dell’ Istituto Geografico Militare (IGM),  dove il Cte aveva avviato in autonomia uno studio per una nuova riorganizzazione, poi stoppato, dopo l’intervento sindacale, dalla nota del Capo SME del 22.12.2015. O come infine sta avvenendo a CEPOLISPE di Montelibretti, dove RSU e OO.SS. UIL, CGIL ed FLP hanno messo a punto una nota di forte denuncia che pubblichiamo in allegato 1 su questa stessa pagina, e che abbiamo già consegnato a SME.  Dunque, come si vede, le vertenze locali non solo non vengono superate, ma tendono addirittura a crescere.

Venendo al piano più generale e nazionale, la nostra O.S. ha messo in luce alcuni recenti accadimenti in ambito F.A. che sembrerebbero divergere dal modello nazionale sinora positivamente sperimentato. Ci riferiamo alla già avvenuta soppressione di SAF e NAF e, ancor di più, al “riordino dei servizi amministrativi dell’Esercito”,  operazioni ambedue  avviate senza la benchè minima informazione alle OO.SS. nazionali.

In merito alla soppressione di SAF e NAF, il Capo di SME ha risposto alla nostra nota del 28.10.2015, giustificandone la chiusura con la scarsa domanda (solo il 36% del personale del MD ne ha utilizzato i servizi). Si pone ora il problema del “reimpiego” del personale , su cui per il momento tutto tace.

Ancor più clamorosa appare la vicenda che riguarda il riordino dei servizi amministrativi dell’Esercito che, dopo due anni di studio, è approdato a un modello,  del tutto ancora sconosciuto alle OO.SS.,  che è comunque già in via di sperimentazione dal 1 gennaio u.s. in tre Enti (COMFODIN Padova; Brigata Aosta Messina e Brigata Julia Udine).  Da quanto ne sappiamo, e ne abbiamo riferito in riunione,  il modello prevede la costituzione a livello di Brigata, CME IR e nel Lazio (Ente ancora non definito) di “Direzioni di Intendenza (DI)” che accentrerebbe le funzioni amministrative a supporto degli Enti dipendenti,   e di “Nuclei di Coordinamento Amministrativo (NCA)”   a livello di Rgt  (CME; Enti anche importanti come IGM e Accademia M.; etc.) che non saranno più in possesso di fondi e materiali propri e non svolgeranno più la gestione finanziaria e patrimoniale, ma opereranno solo a supporto della DI.   I Reparti Infrastrutture sarebbero fuori da questo riordino. Incredibile a dirsi, parrebbe che le dotazioni organiche dei DI non prevedano personale civile…. Già operativo, invece, dal 1 gennaio u.s., il cambio di supporto amministrativo per le Basi logistiche. Nel quadro del riordino dei servizi Amministrativi, infine, è anche previsto che il CUSE accentrerà a Roma le funzioni del trattamento economico e la matricola di tutti gli Organismi dell’Esercito,  che pertanto non saranno più di competenza dei Servizi amministrativi.  Una rivoluzione, non c’è dubbio, che sconvolgerebbe l’attuale assetto di tanti Enti facendo saltare di fatto gli Uffici Amministrativi, e cioè quelli del settore di maggior impiego del personale civile. Incredibile a dirsi, detto progetto di riordino è già operativo in via sperimentale, senza che alle OO.SS. sia mai stata resa alcuna informazione al riguardo. Motivo per il quale abbiamo chiesto al gen. Errico che RPGF convochi rapidissimamente una specifica riunione sull’argomento.

A conclusione degli interventi delle OO.SS., ha preso la parola il Capo di SME. Che, in merito alle criticità locali, ha posto domande, chiesto chiarimenti, e ha assicurato monitoraggio e anche azioni concrete  e risolutive. Sulla vicenda SAF/NAF abbiamo già detto. In merito invece al pesantissimo riordino dei Servizi amministrativi, il gen. Errico ne ha confermato l’avvio in forma per ora sperimentale, un riordino che muoverebbe dalla contrazione dei numeri della FA in ragione del riassetto in chiave riduttiva ex L. 244/2014 e sarebbe giustificato da necessità di accentramento/razionalizzazione. Il Capo SME ha però accolto la nostra richiesta di fissare a breve una specifica riunione per l’illustrazione alle OO.SS. del riordino in argomento.

Ci sono stati altri passaggi estremamente interessanti nell’intervento conclusivo del gen. Errico. Il primo, è che i numeri di personale civile della FA sono in equilibrio con le previsione del D.Lgs. n. 8/2014. Il secondo, molto più interessante, è che, in ragione della scarsità di risorse e del turnover, le manutenzioni degli Stabilimenti saranno affidate all’industria privata con contratti decennali. In alternativa, o magari anche solo come tappa intermedia, il gen. Errico ha prospettato la possibilità di un transito dei Poli dentro Agenzia Industrie Difesa, ipotesi su cui sarebbero in corso i primi approfondimenti con il D.G. di AID, ing. Anselmino. Al quale FLP DIFESA non a caso ha già chiesto un incontro (vds Notiziario n. 3 del 9 u.s.).

(Giancarlo Pittelli)

Allegato 1: 12.01.2016 – Nota UIL-CIGL-FLP ed RSU CEPOLISPE

Allegato 2: 23.07.2015 – disposizioni-SME-DIPE-orari-riunioni-sindacali

Allegato 3: 10.09.2015 – Lettera-Capo SME a Vertici su relazioni sindacali

Allegato 4: 05.11.2015 – Lettera DIPE a Enti segnalati dalle OO.SS.