Legge di stabilità 2016. Perchè il “bonus sicurezza” è attribuito solo ai militari? Ma i civili non contribuiscono anch’essi a fronteggiare le esigenze di sicurezza?

Notiziario n. 4 dell’11 gennaio 2016 –

images bonusL’anno 2015 potrebbe passare alle cronache del Ministero della Difesa come l’anno in cui il Vertice del Dicastero pareva avesse finalmente preso coscienza e consapevolezza della posizione di fanalino di coda  nella quale decenni e decenni di politiche disattente e penalizzanti hanno posto il personale civile, sia nel raffronto con il personale contrattualizzato di altre Amministrazioni Centrali (si veda a tal proposito la tabella allegata al Notiziario n. 133 del 133 del 14.12.2015) sia soprattutto nel raffronto con il personale militare operante in Difesa, che è cosa ben nota e per la quale non c’è bisogno di alcuna tabella esplicativa.

Anche per questo, è stato costituito con DM 16.06.2015 uno specifico Gruppo di lavoro presieduto dal Sottosegretario Rossi  finalizzato a “prospettare le occorrenti iniziative di carattere normativo/finanziario finalizzate, nei limiti del possibile, ad un incremento del detto trattamento economico”,  i cui  lavori procedono però molto a rilento (in sei mesi, due sole riunioni) e i tempi per conoscerne gli approdi finali si allungano di molto, stracciando la stessa road map fissata dal Sottosegretario (vds. fg. Gabinetto 09.11.2015 – Road map Gruppo Lavoro DM 16.06.2015).

Ma mentre gli annunci si sprecano e gli impegni buonisti vengono ribaditi a ogni favorevole occasione, i fatti purtroppo vanno in tutt’altra direzione, e cioè verso l’allargamento ulteriore della forbice retributiva nei confronti dei lavoratori militari.   Ci riferiamo al “bonus” di 80 € mensili netto IRPEF previsto dal comma 972 della Legge 28.12.2015, n. 208 (“legge di stabilità 2016”), che pubblichiamo in allegato su questa stessa pagina, che dispone che “nelle more dell’attuazione della delega sulla revisione dei ruoli delle Forze di polizia, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e delle Forze armate e per il riconoscimento dell’impegno profuso al fine di fronteggiare le eccezionali esigenze di sicurezza nazionale”,  venga attribuito per il 2016 al personale militare “un contributo straordinario pari a 960 euro su base annua da corrispondere in quote di pari importo a partire dalla prima retribuzione utile..”,  autorizzando per questo “la spesa di 510,5 milioni di euro per l’anno 2016” . Il predetto “bonus”,  attribuito ai militari,  fa parte integrante di quel pacchetto sicurezza-cultura”  da 2,6 mld voluto dal Premier Renzi, che ha fatto lievitare la manovra  a oltre 32 miliardi,  e le cui coperture sono state trovate aumentando il deficit dal 2,2 al 2,4%, e dunque attraverso una crescita del debito. Cosa dirà a tal proposito l’Europa?

Tornando al “bonus” in argomento, va preliminarmente osservato che esso viene destinato a tutti (dicesi tutti) i militari in servizio e dunque non solo a chi è impiegato in particolari attività operative: basterà avere le stellette, dunque, per percepirlo, e dunque è di fatto configurabile come una sorta di “bonus ad categoriam”.  Osserviamo poi che il predetto “bonus” viene attribuito “per il riconoscimento dell’impegno profuso al fine di fronteggiare le eccezionali esigenze di sicurezza nazionale”.  Parrebbe anche una buona cosa,  ma allora ci chiediamo: perché la categoria dei civili ne è esclusa?  E ancora:  i lavoratori civili quotidianamente impegnati (poniamo) in un Arsenale militare nelle operazioni manutentive delle Unità Navali che presidiano il Mediterraneo,  contribuiscono anch’essi con il loro quotidiano lavoro a “fronteggiare le eccezionali esigenze di sicurezza nazionale”, o no? Perché i militari impegnati all’interno di quell’Arsenale nelle medesime attività manutentive  percepiranno il “bonus” mentre i civili no?  C’è logica in questo?

No, è evidente che di logica in queste sceltece ne sia poca, per non dire nulla…. Con un risultato finale preciso: che la forbice retributiva tra civili e militari si andrà ancor più ad allargare, con buona pace del nostro Vertice politico che, come si vede, predica bene ma poi razzola davvero molto male. Da una parte insedia gruppi di lavoro che poi non vengono neanche convocati, dall’altra continua ad elargire bonus ad altri.

Il nostro malessere dentro questo Ministero cresce giorno dopo giorno, e dovremo essere capaci di trasformare questo malessere in  iniziative forti e in mobilitazione! Invece di legittimare gli annunci buonisti senza fondamento,  il Sindacato torni a fare il proprio mestiere.

Noi di FLP DIFFESA ci proviamo!

(Giancarlo Pittelli)

Allegato: Testo del comma 942, art 1, Legge di stabilità 2016