In forse i 12.000 passaggi economici previsti per il 2017. Appare dunque ancor più evidente il danno prodotto da chi ha impedito un numero maggiore di passaggi nel 2016 (16.974 al posto dei 7.002)

Notiziario n. 102 del 5 settembre 2016 –

pass economici jpgLe scelte operate da A.D. e CGIL-CISL-UIL Difesa in sede di sottoscrizione dell’Ipotesi di accordo per la distribuzione del FUA 2016,  e in particolare la scelta del numero dei passaggi economici con decorrenza 1.1.2016 (fissati alla fine in complessivi 7.002, solo il 26,06% rispetto al numero di dipendenti in servizio, mentre in altre AA.CC. la copertura è arrivata sino al 75%!)  con il rinvio al 2017 della realizzazione di altre 12.000 progressioni (scelta, questa, che  ha di fatto impedito  a quasi 10.000 lavoratori l’incremento stipendiale già da quest’anno, con un danno medio di oltre un migliaio di € circa), potrebbero rivelarsi alla fine non solo incomprensibili e assurde, ma addirittura molto dannose e suicide.

Il motivo è presto detto: le 12.000 progressioni con decorrenza 1.1.2017, previste dall’Ipotesi di accordo FUA 2016,  potrebbero non essere realizzabili alla luce di una norma che potrebbe entrare in  vigore entro febbraio p.v..  Ove così fosse davvero, il maldestro e demagogico tentativo di difesa operato da alcune sigle firmatarie dell’Ipotesi (“abbiamo fatto un accordo che porterà in due anni 19.000 lavoratori civili del Ministero Difesa alla fascia retributiva superiore”), non potrà più avvenire senza che ad esso segua un robusto e nutrito coro di pernacchie da parte dei lavoratori. Ma vediamo il perché.

Come noto, il Governo è impegnato da oltre due anni in una corposa riforma della Pubblica Amministrazione, sulla quale peraltro la nostra Federazione ha già espresso un giudizio pesantemente negativo,  riforma che, secondo il collaudato modello renziano,  ha viaggiato su due binari paralleli:  un provvedimento d’urgenza (DL 90/2014, poi convertito nella Legge 114/2014) e una legge delega (la n. 124/2015) che ha già prodotto alcuni Decreti Legislativi (ultimi quelli relativi al licenziamento disciplinare – D.Lgs. 166/2016 – e quello sulla c.d. riforma della Dirigenza pubblica (vds Notiziario n. 101),  e che, entro il 28 febbraio 2017, termine ultimo per l’esercizio della delega, dovrà portare all’adozione dei restanti decreti attuativi.

Ebbene, tra i decreti attuativi da varare entro febbraio, c’è quello ritenuto, da molti addetti e  osservatori, il più impegnativo di tutti: la messa a punto di un Testo Unico sul Pubblico Impiego (in acronimo: TUPI),  con l’ambizione di mettere a punto un testo con tutte le norme che regolano il rapporto di lavoro pubblico.  Come è noto a molti,  la Funzione Pubblica ci sta lavorando da tempo, e circolano già bozze di testi, ovviamente ancora incompleti e suscettibili di ulteriori modifiche e integrazioni, che sono già stati oggetto di notizie giornalistiche (pubblichiamo su questa pagina in allegato 2  l’articolo apparso il 26 luglio u.s. su Il Corriere della Sera – Economia),  come al solito però dense di semplificazioni e di letture improprie.

Noi siamo venuti in possesso di una recente bozza del TUPI e, a parte altri aspetti non meno preoccupanti,  ci ha molto colpito la previsione contenuta  a pg. 65 (vds. stralcio pubblicato su questa stessa pagina in allegato 1), che dovrebbe regolare in futuro i passaggi economici (detti anche progressioni economiche).  Al riguardo, è previsto:

  1. che le progressioni siano destinate “ad una quota limitata di dipendenti, comunque non superiore al 20 per cento del personale in ragione d’anno” (nel MD, si potrebbero fare circa 5.500 passaggi, non 12.000);
  2. che l’attribuzione della fascia superiore venga operata “in relazione al merito e al miglioramento delle competenze professionali, come rilevato in sede di valutazione della performance individuale”, e dunque intrecciata in modo diretto ed esclusivo alla valutazione della performance individuale.

Cosa dire?  Che, a fronte della possibile entrata in vigore di questa norma,  il danno operato dall’A.D. e da chi ha voluto solo 7.002 passaggi nel 2016, quando invece era possibile farne 17.000 e anche oltre,  appare ben evidente.

Pur tuttavia, dovremo batterci tutti per evitare che al danno del 2016 segua la beffa nel 2017.

Perciò FLP DIFESA farà l’impossibile perché venga evitata ai lavoratori questa beffa.

(Giancarlo Pittelli)

Allegato 1: Stralcio pagina 65 Bozza TUPI con la norma sulle progressioni interne

Allegato 2: Corriere della Sera – Economia 26.07.2016