Notiziario n. 144 del 13 dicembre 2016 –
Alla fine, la montagna ha partorito il topolino. Dopo la botta dolorosissima del referendum, dopo le dimissioni di Renzi e dopo una crisi lampo, il risultato è presto detto: un nuovo governo Renzi, ma senza Renzi.
Tra i ministri confermati, c’è ovviamente anche la sen. Pinotti che ha ottenuto il reincarico di Ministra della Difesa all’interno del nuovo Governo presieduto dal nuovo premier, Paolo Gentiloni. Una rinomina che, pare, nessuno ha mai messo in discussione in queste ore, stante la forte sponsorizzazione venuta dai Vertici militari, interessati a garantire continuità alla vigilia del varo dei provvedimenti attuativi del Libro Bianco, e dall’industria della Difesa che sappiamo bene quanto conti nelle vicende di casa nostra.
Dunque, Roberta Pinotti continuerà a fare la Ministra della Difesa ancora per qualche mese, in attesa che la parola torni finalmente al popolo come chiede la quasi totalità delle forze politiche, PD compreso, pare. Ma attenzione: la sen. Pinotti sarà ministra in una situazione però molto diversa dal passato.
Innanzitutto, sotto il profilo politico generale, l’esecutivo di cui farà parte la sen. Pinotti avrà di fatto un mandato a tempo, “governo balneare” si usava dire nella prima repubblica, e dunque per definizione autonomia limitata e corte prospettive, come peraltro risulta essere evidente nelle stesse intenzioni di Matteo Renzi, di cui la Ministra è sostenitrice sin dalla prima ora. Ebbene, questi elementi di partenza non potranno non essere tenuti in debita considerazione anche per quanto la gestione del nostro Ministero e i provvedimenti che verranno varati, in primis il riassetto della Difesa secondo le linee del Libro Bianco.
Ma la situazione appare oggi diversa anche sotto il profilo di nostro maggior interesse, quello sindacale, atteso che la sen. Pinotti viene da due anni e mezzo di impegni disattesi nei confronti del personale civile e delle sue Rappresentanze, e tenuto conto che questo peserà enormemente nei mesi a venire.
La sua prima volta da Ministra della Difesa era stata davvero tutt’altra cosa. Arrivava al vertice del Dicastero dopo anni di impegnativo lavoro, anche come Presidente, nelle Commissioni parlamentari Difesa; e, per quanto di nostro più stretto interesse, vi arrivava anche dopo l’ottima performance da Sottosegretaria alla Difesa del Governo Letta (Ministro era il sen. Mario Mauro), che noi riteniamo essere stato il punto più alto nelle relazioni sindacali degli ultimi anni (pensiamo alle “intese” sui decreti attuativi della legge di riduzione dello strumento militare n. 244/2012 e sulla tabella di equiparazione militari/civili). Anche gli esordi e i primi passi da Ministra erano stati positivi: il ricordo va, in particolare, alle importanti e significative parole dedicate ai lavoratori civili, mai sentite prima, in occasione della esposizione del suo programma di governo del Dicastero, di cui abbiamo riferito nel Notiziario n. 25 del 17.03.2014. Poi, di fatto, più nulla o quasi, in un crescendo rossiniano in cui i vecchi problemi non sono stati risolti e altri di nuovi se ne sono aggiunti.
Sul piano del metodo, le relazioni sindacali sono arrivate al punto più basso: la concessione a CGIL-CISL-UIL dei tavoli separati anche sul livello politico, che costringeva il povero Sottosegretario Rossi a ripetere su cinque tavoli diversi le stesse cose a distanza di soli pochi minuti, sono cose che fanno davvero sorridere fuori dal M.D.; poi, la cancellazione dei permessi di servizio, che ha segnato negativamente le relazioni sindacali locali.
Sul piano del merito, le cose sono andate addirittura peggio. Se ne stanno accorgendo, alla fine, anche CGIL-CISL-UIL che, quasi un anno fa ottenevano lo strombazzato incontro separato del dicembre 2014 (solo annunci in salsa renziana, avevamo allora commentato nel Notiziario n. 136 del 22.12.2015). Di quella famosa lista, comunicata alle OO.SS. con il fg. UDG n. 47764 del 14.12.2015 che ripubblichiamo su questa stessa pagina in allegato 1, non abbiamo portato a casa nulla ma proprio nulla, almeno di non considerare una vittoria i 7.002 passaggi economici 2016 (sic) e il protocollo d’intesa del 2.05.2016 che ha derubricato a “protocollo” una previsione di legge a noi molto favorevole, che avevamo strappato nei tavoli tecnici di luglio 2013.
Come si comprende bene, le prospettive di questo “Pinotti 2” non sono di certo le migliori. In ogni caso, servirà discontinuità, nel metodo e nel merito. Il “metodo Renzi” non ha pagato, forse sarà bene rendersene conto!
(Giancarlo Pittelli)
Allegato 1: La nota Gabinetto del 14.12.2015 con gli impegni della Ministra