Notiziario FLP DIFESA n. 35 dell’11 aprile 2019 –
Ultimamente, il nostro Ministero compare sempre più spesso nelle cronache dei media, alcune volte per motivi meritori (per es., il preannuncio di costituzione di parte civile da parte dell’Arma e dello stesso Ministero nel processo per la morte di Stefano Cucchi, che si sta celebrando presso la Corte d’Assise di Roma e che sta turbando molte coscienze), altre volte, invece, per fatti anche meno apprezzabili. Ne raccontiamo un paio.
Il primo fatto riguarda il presunto “scippo” (così è stato definito dai media) di due caccia F-35 a decollo verticale che sarebbe stato operato, a danno della Marina e a favore della sua F.A. (l’Aeronautica), da parte del nuovo Capo di SMD, gen, Enzo Veciarelli, il che avrebbe mandato su tutte le furie l’attuale Capo di SMM, l’amm. Valter Girardelli, e avrebbe reso necessario il diretto intervento della nostra Ministra .
L’ha rivelato l’Agenzia ADN Kronos, che così ha raccontato la incredibile vicenda tra i due Capi di SM: “Nei corridoi si racconta di liti senza precedenti e telefonate roventi. C’è chi addirittura sostiene che nella disputa sia entrata la ministra Elisabetta Trenta, protagonista di una scenata a Vecciarelli che avrebbe lasciato il segno. Ma dal Ministero frenano, assicurano che Trenta è intervenuta sì, ma solo per mediare. Con una lettera, dai toni cordiali, in cui invita il Capo di Stato maggiore della Difesa ad attenersi alle linee programmatiche definite dal ministero. Nella commessa di F35 – ad opera del precedente governo e che tanto ha fatto discutere in passato – ci sarebbero infatti aerei tradizionali ed altri, appunto, a decollo verticale. Questi ultimi, proprio per la loro particolare caratteristica, si prestano a spiccare il volo e ad atterrare anche in spazi limitati, come i ponti delle portaerei: per questo, la Marina militare era stata scelta per le prime consegne di F35 a decollo verticale. Prima che Vecciarelli decidesse diversamente».
E la decisione del Capo SMD avrebbe destinato i due F-35B a decollo verticale alla base di Amendola, per costituire un secondo gruppo di volo, là dove ne esiste comunque già uno con gli stessi F35.
Il secondo fatto, certo meno eclatante ma al tempo stesso non meno importante, riguarda la messa in disponibilità, ai fini della loro collocazione sul mercato, di immobili della Difesa ritenuti non più utili alla nostra Amministrazione. Il problema non è certamente nuovo, da anni si guarda a quelle infrastrutture come a gioielli di famiglia potenzialmente buoni a produrre risorse per lo Stato in un momento di crisi economica, ma tutti i tentativi fatti nel passato non pare abbiano prodotto risultati significativi in termini di cassa.
Ora la questione è stata rilanciata con forza, anche alla luce, evidentemente, dei dati di finanza pubblica che, ben lungi dalle previsioni ottimistiche di inizio anno di alcuni esponenti di governo (il premier Conte aveva parlato del 2019 come di “un anno bellissimo”..), disegnano invece un quadro a tinte alquanto fosche, e il DEF varato nell’ultimo Consiglio dei Ministri, pur non noto ancora nei dettagli, ne certifica comunque l’esistenza.
I particolari sul fronte degli immobili sono stati resi noti da un articolo de IL SOLE 24 ORE del 9 u.s., nel quale di afferma che, nelle prossime ore, “la Ministra manderà al Demanio la proposta di una prima lista di 41 caserme e altre strutture militari”, dai quali il Governo si attenderebbe ricavi “per 950 mln complessivi”. Pubblichiamo su questa stessa pagina l’articolo de IL SOLE 24 ORE, dal quale traiamo comunque un’altra importante notizia: che è in arrivo, dopo l’estate, da parte di una “task force” appositamente costituita e coordinata dal generale dell’Aeronautica Giancarlo Gambardella, la bozza di “un master plan di rivisitazione generale dei beni delle tre FF.AA.”, che individuerà verosimilmente altri immobili da collocare sul mercato.
Dunque, sembra propria che la prof. Trenta voglia fare stavolta davvero sul serio, anche per diventare protagonista in positivo, proprio lei che in questi mesi ha avuto non grande visibilità ed è stata messa in discussione anche all’interno dello stesso M5S.
Ne vedremo verosimilmente gli effetti a breve, forse già dopo la consultazione europea del 26 maggio, posto che i commentatori politici prevedono, per il dopo elezioni, un rimpasto della compagine di governo, dove la casella di Ministro della Difesa pare essere quella a maggior rischio di ricambio.
(Giancarlo Pittelli)
Allegato: 07-04.2019 – articolo de IL SOLE 24 ORE sulla dismissione di immobili della Difesa