Notiziario n. 25 del 1 marzo 2016 –
Nella mattinata di oggi, abbiamo sottoscritto l’ipotesi di accordo per la distribuzione del FUA 2015, il cui testo integrale è pubblicato su questa stessa pagina in allegato 2. Di seguito, i contenuti dell’accordo.
Le somme FUA 2015 messe a bilancio dal MEF, finalmente con i dati di dettaglio forniti dalla nostra D.G., sono pari a € 58.964.991,00, al lordo oneri di AD. Rispetto al 2014, la dotazione FUA 2015 mostra un buon incremento (+ 3.411.381,00 €), come noi avevamo ipotizzato sin dalla prima riunione del 30 luglio 2015 (si veda il Notiziario n. 84 di pari data), ai quali dovranno essere aggiunte le “risorse ulteriori” non ancora quantificate, che saranno comunque oggetto di successivo accordo.
Da questa disponibilità iniziale, debbono essere detratti gli accantonamenti per le voci finanziate dal FUA, che sintetizziamo per punti mettendoli in raffronto con le somme 2014.
Ø Fondo AID: è pari al 4% della dotazione del fondo (€ 2.358.599,64 lordo AID); inoltre, come sempre, è assicurata al personale AID la stessa quota pro capite FUS destinata al personale della Difesa.
Ø Posizioni Organizzative (P.O.): confermate per il 2015 sia la somma accantonata negli anni precedenti (2.525.281,00 lordo oneri AD) sia il contingente numerico (n. 1.723 unità).
Ø Particolari posizioni di lavoro (PPL), turni e reperibilità: confermati, quasi al centesimo, gli accantonamenti 2014, come da noi richiesto sin dal primo confronto di merito (vds. Notiziario n. 105 del 29.09.2015), a fronte del sostanzioso incremento inizialmente previsto dalla D.G. per il finanziamento di queste tipologie di lavoro. Per le PPL, l’accantonamento è pari a € 2.380.000,00 € ; per i turni, € 5.480.000,00 ; per la reperibilità, € 2.763.062,91 e ricomprende anche lo stanziamento successivo di cui all’accordo del 22.09.2015 sulle “ulteriori risorse” (tutti gli importi sono al netto degli oneri datoriali). Circa la loro disciplina, rimane invariata rispetto a quella dell’anno precedente che aveva visto l’introduzione di alcune novità per quanto attiene l’indennità di imbarco/lavorazione (quote maggiorate per il personale interessato con eliminazione della differenziazione tra lavoro a bordo e quello a terra) e l’indennità per distruzione armi chimiche prevista per il CETLI – Centro Tecnico Logistico Interforze NBC– di Civitavecchia (allineamento delle indennità per ogni giornata di effettivo servizio in sede).
Ø Indennità di mobilità: la somma accantonata è pari a 370mila €, e dunque risulta uguale a quella 2014.
Ø Fondo Unico di Sede (FUS): la quota pro capite 2015 risulta pari a € 1.101,20 al netto oneri dell’AD, tenuto conto dei dipendenti in servizio al 1.01.2015 (n. 27.109), e dunque fa registrare un buon incremento (+ € 138,20) rispetto alla quota FUS 2014 che è stata pari a € 963,00.
Confermate anche le finalità del FUS nelle percentuali previste dall’accordo 2014: fino al 10% per “remunerare situazioni e condizioni di lavoro caratterizzanti l’attività istituzionale dell’Ente”; fino al 15% per “remunerare i turni e le reperibilità, il cui fabbisogno ecceda l’assegnazione”; fino al 3% per “compensare il lavoro straordinario qualora le risorse siano esaurite”; la restante parte, infine, in quota non inferiore al 72%, andrà a finanziare progetti e programmi locali di produttività.
Sono gli stessi del 2014 anche i criteri per la distribuzione del FUS, non più recepiti all’interno dell’ipotesi di accordo in virtù del rilievo proveniente dalla F.P. (il sistema di valutazione non può essere contrattato), ma analoghi a quelli dell’anno 2014 (coefficiente tra 1,0 e 1,5) in virtù della determina del Sottosegretario del 4.12.2015, venuta dopo l’azione legale intrapresa da FLP DIFESA.
Dunque, come si vede, l’ ipotesi di accordo reca un impianto sostanzialmente fotocopia rispetto a quella del 2014, ancorchè fortunatamente diverso nelle somme in aumento relative al Fondo di Sede. Con una sola, rilevante novità: l’intesa programmatica di cui all’art. 16, che prevede complessivamente n. 7.002 passaggi interni alle aree con decorrenza 1.01.2016, destinati a chi è rimasto tagliato fuori dai passaggi 2010 e dunque finalizzati a completare la prima tornata, senza alcuna concessione all’avvio, già dal corrente anno 2016, di una prima tranche di progressioni relative alla seconda tornata.
A tal proposito, riportiamo quanto già riferito nel precedente Notiziario n. 23 del 24 feb. 2016: “L’obiettivo di assicurare in prima battuta il passaggio di fascia a chi nella tornata 2010 non ne ha usufruito è un obiettivo giusto e condivisibile, ma a nostro avviso non ci si può limitare a questo. La scelta dei 7.000 passaggi (7002, pardon) per assicurare a tutti i lavoratori civili il primo passaggio di fascia, era l’impegno assunto dalle Parti per il 2011. Ma oggi siamo nel 2016, e in tutto questo periodo abbiamo subito il vergognoso blocco dei contratti e delle retribuzioni, restando al palo per cinque lunghi anni. Per questo, a nostro avviso, oggi non può più essere sufficiente il solo completamento del primo giro di passaggi; oggi sarebbe stato necessario fare un ulteriore passo in avanti, per lanciare il segnale che tutti i lavoratori attendevano: i passaggi economici riprendono, si completa il primo giro, ma si parte già da quest’anno con il secondo giro, con l’impegno di traguardare il secondo passaggio per tutti in 3 anni. E, sulla base di questo ragionamento, abbiamo proposto alla dr.ssa Corrado di aumentare significativamente (intorno a 10mila) l’intesa programmatica per i passaggi con decorrenza 1.1.2016 e di aggiungervi anche un intesa programmatica per gli anni a venire 2017 e 2018. Una proposta, la nostra, che muoveva nella direzione, per la quale ci battiamo da tempo, di progressiva storicizzazione del salario di produttività, finalizzata a stabilizzare in termini di retribuzione fondamentale (certa) crescenti quote di retribuzione accessoria (incerta per definizione), con l’effetto indiretto, ma per noi meritevolissimo, di sottrarre risorse alla performance individuale, che tanto sta preoccupando in questi giorni i colleghi. Ma, come era prevedibile, alla fine la dr.ssa Corrado non ha ritenuto di modificare la propria proposta, che, val a pena di segnalarlo, prevede passaggi per 7.002 lavoratori, escludendone però gli altri 20.000”.
I 7.002 lavoratori civili della Difesa che beneficeranno dei passaggi di fascia previsti per il 2016 rappresentano il 25,53 % del totale (7.002 passaggi rispetto ai 27.416 lavoratori presenti al 1.1.2016, dati PERSOCIV forniti su nostra richiesta, vds allegato 3 su questa stessa pagina). Davvero poca cosa rispetto alla percentuale realizzata nella precedente tornata 2010 quando la percentuale di copertura è stata del 69,82 % (n. 21.826 passaggi rispetto ai 31.260 lavoratori presenti).
E anche poca cosa rispetto alle percentuali di copertura realizzate in altre Amministrazioni Centrali con riferimento alle nuove progressioni: Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca con il 39% (2.328 progressioni rispetto ai 5.978 lavoratori presenti); Ministero dello Sviluppo Economico con il 75% (2.060 progressioni rispetto ai 3.230 lavoratori presenti); Agenzia delle Entrate con il 43 % (17.595 progressioni rispetto alle 41.000 presenze); Ministero dell’Economia e Finanze con il 69 % (6.584 progressioni rispetto alle 9.500 presenze), e la lista potrebbe continuare.
Da questi dati, emerge una verità crediamo non particolarmente entusiasmante, che si fa fatica a mandare giù. Il Ministero della Difesa, sul piano dei numeri e delle possibilità di progressione economica offerti al proprio personale, indossa la maglia nera. Perché questo? E menomale che l’A.D., consapevole della necessità di incrementare il basso trattamento economico del proprio personale civile, ha addirittura costituito un gruppo di lavoro (DM 16.06.2015) di cui peraltro si sono perse le tracce. E ora che concretamente c’era la possibilità di un incremento delle retribuzioni, che cosa fa? Circoscrive al mimino i passaggi, così i differenziali medi con le altre AA.CC cresceranno. Quando si dice la coerenza….
Come i colleghi sanno, non è nostro costume presentare “note a verbale” sugli accordi, ma in questo caso non abbiamo potuto fare a meno di differenziare la nostra posizione in merito all’intesa programmatica di cui all’art. 16, e abbiamo perciò presentato la “nota a verbale” che pubblichiamo su questa stessa pagina in allegato 1.
Ritorneremo a breve sulla vicenda passaggi 2016, anche perché non la consideriamo chiusa. L’intesa programmatica non è ancora un accordo, e dunque c’è ancora tempo per un ripensamento. Ma c’è necessità che le lavoratrici e i lavoratori si facciano sentire questa volta, e gridino tutta la loro insoddisfazione.
(Giancarlo Pittelli)
Allegato 1: Nota a verbale FLP DIFESA ipotesi di accordo FUA 2015
Allegato 2: Ipotesi di accordo FUA 2015 del 01.03.2016
Allegato 3: Presenze effettive all’interno delle fasce retributive alla data del 1.1.2016 – dati PERSOCIV)