Notiziario FLP DIFESA n. 101 del 17 novembre 2020 –
Nella giornata di ieri, il Consiglio dei Ministri (CdM) ha varato il testo definitivo della Disegno di Legge (DDL) di Bilancio 2021 da inviare alle Camere, adottato il 18 ott. u.s. con la oramai consueta formula “salvo intese” e che la recente riesplosione dell’emergenza Covid ha reso necessario integrare e modificare.
Al momento in cui scriviamo, non è ancora noto il testo definitivo del DDL. Circolano comunque sul web alcune bozze, l’ultima delle quali risulta aggiornata a pochi minuti prima dell’inizio del CdM, che pubblichiamo come allegato su questa stessa pagina. Da queste bozze, e in particolare dall’ultima, emergono le linee portanti della manovra, che ha un costo totale 39 mld. di euro, 23 dei quali arriverebbero da ulteriore deficit che comporterà un ulteriore scostamento di bilancio (20 mld). Gli interventi previsti riguardano più materie e più settori: crescita e investimenti; lavoro, famiglia e politiche sociali; sanità; scuola; cultura; ambiente; riduzione pressione fiscale e contributiva, etc. etc.
Un capitolo importante riguarda ovviamente la “Pubblica Amministrazione ed il Lavoro pubblico”: risorse ulteriori (ma poche, solo 400 mln!) per il rinnovo contrattuale 2019-21, che portano a 3,8 mld lo stanziamento complessivo per il rinnovo contrattuale delle PP.AA. centrali; istituzione di un “fondo” di 3,63 mld per le assunzioni di personale dal 2021 al 2033; la previsione di assunzioni in alcune AA.CC. già nel 2021 (n. 3.280 Giustizia; n. 250 Interni; n. 550 Ragionerie territoriali dello stato; etc.); lo slittamento di fatto al 2022 delle elezioni RSU, e davvero poco altro.
A tal proposito, la Segreteria Generale della nostra Federazione ha diffuso in data di ieri il Notiziario n. 43 che riporta un primo commento, dal quale emerge il giudizio sulla “inadeguatezza” delle misure destinate al Lavoro Pubblico, che riportiamo di seguito in virgolettato e corsivo:
“ Le misure in materia di lavoro pubblico contenute nel disegno di legge di bilancio 2021 approvato dal Consiglio dei Ministri, e ora all’esame del Parlamento, non appaiono in grado di dare le risposte necessarie alle esigenze di modernizzazione e di efficienza che il Paese si attende.
Pur avendo apprezzato le dichiarazioni fatte nei mesi scorsi dal Presidente del Consiglio Conte e dal Ministro per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone riguardo alla necessità di avere una pubblica amministrazione adeguata ad affrontare le sfide necessarie al rilancio del Paese, non si riscontra nella legge di bilancio una visione strategica complessiva atta a favorire il cambiamento e il rinnovamento della PA né le misure necessarie a garantire i necessari investimenti.
Non riscontriamo un disegno organico relativo alle nuove assunzioni per avviare quel reale e necessario cambiamento di tendenza rispetto ad un ventennio di sostanziale paralisi, che ha reso le nostre Amministrazioni non solo prive del necessario ricambio generazionale, ma anche in una condizione generale di drammatico sottorganico, non solo nel settore sanitario, ma anche nei settori e nelle professionalità più innovative e necessarie in una amministrazione moderna.
Pur comprendendo il difficile momento economico, non possiamo non rilevare il fatto che restano insufficienti gli investimenti necessari per dar corso al rinnovo dei CCNL, scaduti a fine 2018. Investimenti necessari non solo per adeguare i salari dei dipendenti tra i più bassi a livello europeo, ma, in particolare, per realizzare una profonda riforma del sistema di classificazione e dell’ordinamento professionale, del sistema di formazione e riqualificazione del personale, degli sviluppi di carriera e della struttura dei salari. E, soprattutto, mancano le modifiche normative necessarie a superare i vincoli alla contrattazione integrativa, ingessata dal punto di vista economico dai tagli di questi anni e dai tetti frapposti ai Fondi di Amministrazione, che impediscono di utilizzare risorse già nella disponibilità degli Enti nella direzione di un miglior riconoscimento della produttività, dell’accrescimento professionale, della formazione diffusa e continua.
Riteniamo che occorrano scelte efficaci e coraggiose nel campo dell’innovazione e della reinternalizzazione dei processi e delle attività, dell’adeguamento dei profili e dell’ordinamento professionale che, in mancanza della rimozione dei vincoli normativi, non sono praticabili ed esigibili a livello contrattuale in materia di progressioni economiche, passaggi tra le aree, diritto alla carriera.
Le PP.AA., in questa fase di grave emergenza, sono chiamate ad uno sforzo eccezionale per garantire servizi e prestazioni di qualità a cittadini e imprese, in molti casi aggiuntivi, e da rendere in tempi strettissimi.
Le risposte debbono quindi essere adeguate. Occorre riconoscere e incoraggiare le motivazioni di tante lavoratrici e lavoratori che con il loro impegno, in condizioni assolutamente complicate, hanno garantito in questi mesi il funzionamento della nostra macchina amministrativa, e non percorrere invece strade già viste, quelle delle iniziative spot, slegate da un disegno organico, adottate in ossequio a spinte corporative o a richieste di singoli centri di potere; quegli stessi che hanno portato ad un indebolimento non più tollerabile delle nostre Amministrazioni.
Nei giorni scorsi abbiamo formalizzato alla Ministra Dadone, in un apposito documento, le misure da noi ritenute necessarie per il rilancio del lavoro pubblico da adottare in sede di legge di Bilancio.
Su tali proposte chiediamo, nuovamente, che venga aperto un tavolo di confronto per apportare le necessarie modifiche al testo in discussione.
Porteremo le nostre proposte tra le lavoratrici e i lavoratori, seguiremo con attenzione i lavori parlamentari, anche mediante la predisposizione di specifici emendamenti e, in caso di mancate risposte promuoveremo specifiche e mirate iniziative a sostegno delle nostre rivendicazioni.
Perché la valorizzazione del lavoro pubblico e l’efficienza delle nostre amministrazioni è oggi più che mai una delle priorità del Paese per fornire servizi ai cittadini e alle imprese nella fase di rilancio.
E, soprattutto in questo momento storico, non possiamo farci trovare impreparati. LA S.G. FLP ”
Per chiudere, non possiamo esimerci dal dire qualcosa anche in merito alle disposizioni/misure che sono contenute nelle bozze di DDL e che interessano più da vicino la componente civile del MD :
- non è prevista nel 2021 una sola assunzione straordinaria di professionalità civili in Difesa, nonostante gli impegni assunti da AD a luglio u.s. e le cose che si sono dette nelle più recenti riunioni al Gabinetto;
- in merito ai risparmi della L. 244, vengono introdotte alcune modifiche procedurali che, a fronte dell’accertamento delle consistenze del personale in un dato anno, le somme vengano rese disponibili ed utilizzabili solo nell’anno successivo, ma non c’è nulla di quanto richiesto dalle OO.SS. nelle recenti riunioni al Gabinetto con riferimento ai risparmi degli anni precedenti non ancora affluiti al FRD;
- nessuna disposizione o risorsa è prevista per l’efficientamento dell’area industriale della Difesa;
- è prevista l’attribuzione al Capo di SMD, oltre all’impiego operativo dei fondi destinati al funzionamento dell’Area T/O IF, anche della “correlata gestione amministrativa” sinora esercitata dal Segretariato Generale della Difesa/DNA, una scelta questa che sembra far tornare in auge il “Libro Bianco” di pinottiana memoria, che prevedeva come noto il potenziamento del ruolo del Capo di SMD.
Per le misure Difesa, si veda in particolare l’art. 176 della bozza del DDL Bilancio 2021 che pubblichiamo su questa pagina.
Con riserva di altre informazioni al riguardo e dell’invio del testo del DDL trasmesso alla Camera.
IL COORDINAMENTO NAZIONALE FLP DIFESA
Allegato: DDL Bilancio 2021 – Bozza-16-novembre-2020-ore-11.40
18.11.2020 – DDL bilancio 2021, testo articolato ribollinato 18.11.2020 – DDL bilancio 2021, relazione illustrativa ribollinata